Lettere al Direttore: “Coscienza, volontà e consumo critico: presupposti e strumento di cambiamento”

Riceviamo e pubblichiamo

In un periodo in cui sembrano valere solo le ragioni del denaro di cui si nutrono quelle multinazionali e quelle associazioni criminali che hanno più potere della politica e che decidono delle nostre vite, è possibile cambiare le cose proprio colpendo le ragioni del denaro.

Ma le ragioni del denaro fanno parte di un “sistema” che noi stessi alimentiamo ogni giorno. Il sistema siamo noi. Siamo noi a dargli energia, siamo noi per primi a dare importanza a quel denaro. Per cambiare questo sistema, di cui noi stessi facciamo parte, dobbiamo necessariamente cambiare noi stessi, il nostro punto di vista, i nostri comportamenti quotidiani. E’ questo il primo presupposto: un atto di coscienza.

In questo sistema globalizzato ogni nostra scelta quotidiana ha delle ripercussioni sul pianeta, di questo non siamo coscienti, noi basiamo ogni nostra scelta, ogni nostro acquisto, su noi stessi, con i parametri del “costo”, della “qualità”, della “nostra soddisfazione”, i parametri valutativi che il sistema stesso ci ha dato e non ce ne rendiamo conto.

Chi, quando sta acquistando qualcosa, pensa realmente a chi sta dando i suoi soldi? Chi, quando mette i soldi in banca, si accerta di come questa li investe? Chi è cosciente del fatto che, con ogni nostro acquisto, possiamo contribuire agli investimenti nell’industria bellica, allo sfruttamento del lavoro minorile o al danneggiamento dell’ambiente?  Questo è un esempio di come, oggi, la globalizzazione funziona.

OGNI NOSTRA AZIONE QUOTIDIANA HA DELLE RIPERCUSSIONI SUL PIANETA, MA NON NE SIAMO COSCIENTI perché il sistema vuole questo, la nostra incoscienza.

La politica è solo un patetico teatrino creato per farci credere che la nostra possibilità di cambiare le cose sta nel voto elettorale, ma noi votiamo ogni giorno, ogni giorno diamo i nostri soldi a quel sistema economico che tiene per le palle la politica.

“La politica si fa ogni momento della vita: al supermercato, in banca, sul posto di lavoro, all’edicola, in cucina, nel tempo libero, quando ci si sposa.

Scegliendo cosa leggere, come, cosa e quanto consumare, da chi comprare, come viaggiare, a chi affidare i nostri risparmi, rafforziamo un modello economico sostenibile o di saccheggio, sosteniamo imprese responsabili o vampiresche, contribuiamo a costruire la democrazia o a demolirla, sosteniamo un’economia solidale e dei diritti o un’economia animalesca di sopraffazione reciproca. In effetti la società è il risultato di regole e di comportamenti e se tutti ci comportassimo in maniera consapevole, responsabile, equa, solidale, sobria, non solo daremmo un altro volto al nostro mondo, ma obbligheremmo il sistema a cambiare anche le sue regole perché nessun potere riesce a sopravvivere di fronte ad una massa che pensa e che fa trionfare la coerenza sopra la codardia, il quieto vivere , le piccole avidità del momento.” (tratto dal sito www.cnms.it del Centro Nuovo Modello di Sviluppo).

Una volta capito che per cambiare qualcosa dobbiamo cambiare noi stessi e  i nostri comportamenti, rimane la scelta: COSA DECIDO DI FARE? Continuo a farmi fagocitare da questo vortice o…… DECIDO DI VOLER CAMBIARE LE COSE?

Il secondo presupposto: la volontà di cambiare. A questo punto diventa necessario informarsi, capire quali sono i comportamenti ambientali, politici, etici che stiamo scegliendo di finanziare. E qui l’informazione perde sempre più i connotati del “diritto” per diventare sempre più un “dovere”, nella misura in cui ogni nostra azione ha sempre più ripercussioni su tutto ciò che ci circonda.

Il “Centro Nuovo Modello di Sviluppo” è un piccolo centro di documentazione che dal 1996 elabora una attenta analisi dei comportamenti delle imprese presenti sul mercato, condensando i risultati nel libro “Guida al Consumo Critico”, in cui vengono analizzate anche le sei tappe del Consumo Critico: sobrietà, lotta ai rifiuti, consumo locale e naturale, commercio equo, attenzione al comportamento delle imprese, consumo senza crudeltà.

Un ottimo strumento per sapere cosa fare.

Paolo Biagiola