Riceviamo e pubblichiamo
“La corruzione sta dilagando”… “Illegalità corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese”, questo è quanto emerge dalla relazione del Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino nel discorso per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
È raccapricciante quanto detto in merito alla corruzione in Italia ed in particolare a quella riferita ai funzionari pubblici. Addirittura il numero delle sentenze di condanna per funzionari pubblici ha raggiunto il numero di circa due al giorno, per complessive 566 condanne, nell’intero anno 2011. La gravità del problema ha spinto il presidente della Corte dei Conti a suggerire di “…fare come per la mafia, e cioè costruire un vero e proprio momento di lotta”. La situazione è tanto grave quanto complessa perché il fenomeno spazia dai veri e propri ladri tradizionali a, con maggior frequenza, quella delle consulenze “ assegnate per obiettivi personalistici” come sostenuto nella relazione del procuratore generale aggiunto Maria Teresa Arganelli.
Maggiore gravità assume il fenomeno se si considera che spesso i funzionari, espressione della politica che governa, hanno un collegamento diretto con quest’ ultima, con la quale agiscono in simbiosi estendendo il malaffare anche alla politica con conseguente coinvolgimento degli amministratori.
Coinvolgimento che trova la sua motivazione, sembra assurdo, nella c.d. “legge Bassanini” che ha tolto talune funzioni ai politici (quali la firma di provvedimenti di natura tecnico-amministrativa) ponendole in capo ai dirigenti.
Detto così sembra assurdo che ci possa essere commistione fra dirigenti e politici in quanto questi ultimi sono stati esautorati da tali compiti. Se però si va a verificare chi attribuisce incarichi ai dirigenti, emerge chiaramente che Sindaci – Presidenti di Provincia – Presidenti di Regione e via a salire, con specifico provvedimento di natura temporanea individuano fra tanti (politicamente ?) il funzionario in seno alla propria Amministrazione che abbia, a loro insindacabile giudizio, le competenze gestionali necessarie ad assicurare la regolarità dell’attività amministrativa. Va puntualizzato che detti incarichi hanno un riconoscimento economico che li rende appetibili.
Essendo l’incarico di natura temporanea permette al politico di rimuovere il dirigente da tale responsabilità (togliendo di conseguenza anche la parte economica collegata) nel caso in cui rileva il mancato raggiungimento dei traguardi gestionali prefissati. Ed ecco che il cerchio si chiude nel senso che, se un politico non trova “soddisfazione” dal modo di gestire la struttura sulla base, magari, di indicazioni “politiche” non condivise dal dirigente sotto il profilo della legittimità tecnico-amministrativa, la disposizione viene revocata.
Occorre quindi sensibilizzare tutti i cittadini elettori, con l’approssimarsi delle imminenti tornate elettorali, a basare le loro scelte di voto non soltanto sull’esteriorità delle persone o sull’amicizia, ma indirizzando lo sguardo all’integrità dei candidati quale momento di moralizzazione della vita pubblica per tentare di scardinare queste commistioni ed iniziare un percorso nuovo per il paese Italia, che non può che venire dal popolo sovrano.
Lettera firmata