Riceviamo e pubblichiamo
Proprio così, leggendo il programma elettorale di Mazzola, riferito allo sviluppo urbanistico della nostra città, si usano termini che non collimano con i contenuti. Ma andiamo per gradi.
Il PUGC, che per i non addetti ai lavori indica lo strumento di programmazione urbanistica di un territorio, è stato affidato ad un gruppo di prim’ordine “capitanato” dal prof. Cervellati e che vede anche la sapiente e competente collaborazione del prof. Ranucci.
Purtroppo, da solo, non significa garanzia di buon risultato in quanto gli indirizzi politici potrebbero (come lascia supporre il programma mazzoliano) vanificare quanto di buono i tecnici propongono in fase di strumento preliminare con danni irreversibili per il futuro del nostro territorio.
Capisco che si stia avvicinando il giorno delle votazioni amministrative ma ridurre questa programmazione in pochi punti come ha fatto il Sindaco significa ridurne il significato.
Così come parlare di SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO a fronte dello sblocco indiscriminato delle lottizzazioni di S. Giorgio in assenza dei servizi pubblici essenziali, parlando impropriamente di piani di riqualificazione laddove si è scelto, a mio avviso sbagliando, il ricorso ai Piani di Lottizzazione convenzionata (con circa 6.000 nuovi abitanti insediabili), o prevedere ulteriori 12 ettari di lottizzazioni al lido, non credo sia proprio tutelare il territorio dalla speculazione edilizia. Specie in un periodo di lunga e grave recessione.
Per non parlare di quanto affermato circa “…le iniziative, previste per la riperimetrazione del PAI… per ridisegnare l’area di esondazione del fiume Marta al lido…” che non compete in alcun modo al Comune essendo competenza regionale e che, tradotto in termini chiari, serve a permettere l’ampliamento del centro abitato esistente al lido di ulteriori 12 ettari.
Insomma tutto il programma urbanistico del candidato sindaco Mazzola si concentrerebbe nella cementificazione indiscriminata della costa.
Non capisco per quale motivo non si debba parlare di RECUPERO delle aree dimesse o del RECUPERO dei grossi volumi abbandonati come ad esempio il borgo delle saline, da riusare e riannettere al tessuto urbano esistente.
Così come non capisco come pensare di ampliare il lido di Tarquinia quando esistono al suo interno enormi quantità di aree non ancora edificate e dove, per l’incuria e l’abbandono, si sta spopolando; dove le abitazioni sono in uno stato di degrado da terzo mondo.
Ma come si può pensare ad una ripresa del lido se prioritariamente non ci si impegna a rifare tutti i servizi e le reti, riqualificare il verde ed i parcheggi, rivedere l’accoglienza dei turisti, incentivare le attività commerciali e gli stabilimenti con programmazioni estive degne del luogo?
Come può, più in generale, un programma di sviluppo urbanistico non passare per l’EDILIZIA SOCIALE, già nota come edilizia Economica e Popolare. Non prevedere un piano della viabilità extra urbana adeguato ai tempi e per sopperire al danno derivante dall’autostrada. Non prevedere un incentivo per il recupero delle attività di trasformazione dei prodotti agricoli. Una portualità turistica, che unitamente al golf, alzerebbe il livello di qualità del nostro turismo e, quella si, sarebbe un volano per il riavvio dell’economia locale. Come si può, in un periodo di recessione così grave, non prevedere una politica urbanistica per l’agricoltura e le fonti energetiche alternative a supporto dell’attività agricola tradizionale in grave sofferenza?
Insomma, se il programma di sviluppo urbanistico presentato dal Sindaco viene considerato rispettoso della salvaguardia dell’ambiente e del territorio, credo ci aspettino tempi duri.
Luigi Calandrini