Riceviamo e pubblichiamo
Lo sport è stata la mia passione per tutta la vita e ho avuto la grande fortuna di far sì che diventasse il mio lavoro.
Un lavoro che ho svolto fino al raggiungimento della pensione e che ha coinvolto fattivamente molti miei cari in una passione che è diventata quasi un fatto di famiglia.
Ho avuto la fortuna di attraversare molte fasi dello sport viterbese, dalla fase quasi pionieristica che mi ha visto come atleta, a quella del grande boom sportivo degli anni 70 e 80 dove ho svolto prima il ruolo di allenatore e poi di dirigente e infine quella odierna che mi vede spettatore interessato soprattutto delle gesta dei miei nipoti che hanno ereditato la mia passione.
Ho potuto vedere la nascita del campo scuola di Viterbo, ero presente alla posa della prima pietra e su quel campo sono stato per decenni allenatore ed educatore di molte generazioni di viterbesi, che oggi mi onorano della loro stima e amicizia.
Queste necessarie premesse fanno capire quanto possa sentire mia una struttura sportiva, il campo scuola, che travalica il luogo sportivo, per divenire luogo di cultura e di aggregazione.
Su quel campo si sono formati, e continuano a farlo, tutti i cittadini che oggi guidano e vivono la nostra splendida città ; hanno educato la loro mente a quei valori, la lealtà , l’amicizia, l’impegno e la serietà, che nessuna attività sociale e culturale riesce a inculcare nei giovani in modo più pregnante e allo stesso tempo gioioso.
Da anni questo luogo così significativo per la comunità ha una pista indegna di questo nome.
Una pista che stride con tutto il contesto della struttura che è tenuta in ottime condizioni da un manipolo di appassionati che si prodiga in modo ammirevole perché la cittadinanza possa continuare a godere di un luogo così bello.
Perché?
Spesso nella mia tarda età mi sono posto la domanda, mentre non potevano non ritornarmi alla mente le belle manifestazioni organizzate in questo impianto quando il “manto gommato” era in buone condizioni.
Quanta gente, quanti cittadini hanno lì gareggiato e /o venivano a vedere le gare.
Purtroppo ancora una volta ha prevalso l’incuria di una classe politica che continua a promettere, ma, come è consuetudine nel nostro paese, non mantiene e attraverso i media comunica informazioni assolutamente non vere.
Mi appello alla dignità di chi guida questa città, perché si metta la mano sul cuore e regali alle generazioni future un sogno: quello di poter essere di nuovo orgogliosi di avere un impianto all’altezza della nostra città, affinchè esso possa di nuovo essere catalizzatore della vita di un’intera comunità.
Gentile sindaco, piacerebbe anche a un vecchio sportivo come me poter di nuovo calpestare, purtroppo con un po’ di fatica, il nuovo manto e gioirne con tutti gli sportivi.
In fede
Prof. Irnerio Condurelli