Riceviamo dal Gruppo Consiliare Lega Viterbo e pubblichiamo
Tante promesse, nessuna certezza e un fiume di immondizia che dopo aver inondato le altre province come Frosinone, ma anche Civitavecchia, rischia di travolgere anche quella di Viterbo, chiamata, in queste settimane, da due ordinanze a firma di Nicola Zingaretti, ad accogliere il torrente di spazzatura, che da Roma Capitale straripa furibondo nei territori periferici del Lazio da anni.
Spazzatura e promesse, tante, e non mantenute, come quella che il 20 aprile sarebbe cessato l’arrivo dell’immondizia romana nella discarica viterbese. Falso. La Città dei Papi continuerà ad accogliere rifiuti non suoi anche nei giorni successivi. Dalla Regione promettono ancora: sarà l’ultima proroga, il 26 aprile l’emergenza cesserà. Ma ci possiamo credere? Soprattutto se, guardando stamattina nella sala del consiglio comunale straordinario convocato dalla Lega per chiedere spiegazioni su questo carosello maleodorante di rifiuti sballottati a destra e a sinistra, dei vertici regionali non c’è nessuna traccia.
Anche da Roma Capitale nessun pervenuto. E sarebbe stato sufficiente accendere uno schermo e collegarsi in videoconferenza. Dalla Regione Lazio hanno preferito una telefonata con il sindaco, Giovanni Arena, in cui l’assessore regionale al Ciclo dei rifiuti, Valeriani, avrebbe dato rassicurazioni circa la firma di alcuni contratti per portare i rifiuti romani in Toscana e in Emilia. Ma nessuno dalla Regione, tanto meno da Roma, in consiglio comunale, stamattina, ci ha messo la faccia. Noi, almeno, non l’abbiamo vista. Il sindaco ha riferito, quindi, della “chiacchierata” con l’assessore Valeriani nella seduta odierna, dove, al di là delle parole, resta solo un fatto, e poco rassicurante per Viterbo: nei prossimi giorni le strade viterbesi continueranno ad essere percorse da camion carichi di spazzatura che non abbiamo prodotto, in attesa che la Regione Lazio e la sindaca Raggi individuino quella soluzione cercata invano per anni, per smaltire la propria immondizia, in ossequio a quell’ambientalismo di facciata che gli impedisce di usare le discariche in casa, ma non di inondare di rifiuti e inquinamento le altre province del Lazio.
La situazione viterbese è allarmante, come hanno sottolineato fermamente i nostri consiglieri comunali, Andrea Micci e Walter Merli, nella seduta di oggi di consiglio straordinario, perché, ahimé, soprattutto dopo il confronto di stamattina anche con i sindaci e i rappresentanti delle altre province laziali, la Tuscia ci sembra quanto mai intrappolata in un copione già visto, soprattutto a Frosinone dove, come ha riferito il sindaco Ottaviani stamattina, due discariche sono state riempite in vent’anni dai rifiuti romani, mandando in tilt il sistema del frusinate che oggi, insieme a quello romano, si vede costretto a spedire i suoi rifiuti a Viterbo.
Stessa sorte per Civitavecchia, dove, secondo quanto riferito oggi dal sindaco Tedesco, senza aver interloquito con il territorio, la sindaca Raggi ha inviato, all’improvviso, un pacco regalo di 1000 tonnellate al giorno di rifiuti. E quando anche la Tuscia, con la discarica riempita dai rifiuti degli altri, e un aumento dei costi a carico dei cittadini, sprofonderà nell’abisso dei rifiuti, spalancato dall’ideologia senza pratica della Regione Lazio, cosa faremo?
Non lasceremo la nostra terra a subire quel finale scritto per altre province da quella filastrocca di promesse del governatore del Pd, che da anni lascia ancora sul campo, irrisolta, una problematica drammatica come quella dei rifiuti, permettendo che essa strisci da una provincia all’altra, con la sua bava maleodorante, mandando in tilt tutto il territorio regionale.
Il consiglio comunale straordinario ha scoperto le carte di tutti gli attori di questa vicenda: qualcuno non si è presentato al tavolo. Altri sì, e sono quelli che condividono la stessa partita: fare squadra e difendere le province dal cannibalismo romano, esploso in tutta la sua virulenza, proprio sui rifiuti, con i territori chiamati a pagare in prima linea lo scotto dell’incapacità della Capitale e della sua sindaca che non riesce nemmeno ad assolvere all’ordinaria gestione di una città, smaltendo i rifiuti che i propri cittadini producono nella quotidianità.
Nel consiglio di oggi non possiamo non rilevare che se questo preoccupante quadro si è potuto instaurare, è stato, innanzitutto, per l’assenza della Regione Lazio nel ruolo che gli compete nel pianificare e rendere operativo un ciclo dei rifiuti equilibrato, risolutivo, che assicuri autosufficienza e rispetto di ogni territorio, che impedisca di scivolare in un’emergenza senza fine. Ed è per questo che la Lega, non avendo ricevuto nel consiglio straordinario di oggi le risposte che cercava, ma al contrario, il suono di un campanello d’allarme con l’assenza della Regione Lazio e di Roma Capitale che hanno disertato la seduta, di fronte ai camion che in questi giorni continueranno a fare su e giù per le strade viterbesi carichi di immondizia, scaricando smog e inquinamento nell’aria pulita della Tuscia, chissà per quanto, si unisce alla proposta di Frosinone di chiedere immediatamente il commissariamento della Regione Lazio nella gestione dei rifiuti, con la speranza di vedere finalmente l’attuarsi di una politica concreta, sostenibile e risolutiva, ma soprattutto per salvare Viterbo dall’allarme rosso dell’emergenza spazzatura, come già avvenuto in altre province.