I poli di innovazione sono la realtà più recente nell’industria italiana e laziale. Si tratta di raggruppamenti di aziende di ogni dimensione e capacità, ma che appartengono allo stesso settore produttivo. Questi hub includono giovani startup, enti di ricerca e grandi imprese del territorio locale. Il Lazio si concentra sulla tecnologia per migliorare lo sviluppo e l’innovazione regionale. E lo fa con Distretti tecnologici come quello delle Bioscienze, dei Beni e Attività Culturali, dell’Aerospazio e delle tecnologie quantistiche, il recente centro al Tecnopolo Tiburtino.
Tutti questi poli high-tech industriali e produttivi supportano l’economia della regione Lazio. Questi hub sono eccellenze laziali soprattutto nelle esportazioni. Infatti, a fine 2022, le esportazioni dei poli tecnologici della regione sono aumentate di oltre il 9% rispetto al 2021 e tra gli hub che hanno avuto più successo ci sono quello farmaceutico e il polo ICT, seguiti dal settore aerospaziale. Il valore delle esportazioni ha superato il totale di 15,3 miliardi di euro, un vero record per la regione.
Di questi, 12 miliardi di euro provengono dalle esportazioni del polo farmaceutico. Tra i paesi che scelgono l’eccellenza laziale ci sono il Belgio, i Paesi Bassi e gli Stati Uniti. Invece, il polo dell’aerospazio ha registrato un export di quasi 2 milioni di euro (7% in più rispetto al 2021) con esportazioni verso l’Arabia Saudita, l’Egitto e il Giappone.
Le prime ricerche di mercato sui poli di innovazione del Lazio del 2023 confermano ma anche smentiscono molte di queste tendenze. I dati di Intesa Sanpaolo sui primi mesi del 2023 registrano una diminuzione delle esportazioni del 10% rispetto ai primi sei mesi del 2022. Però, i numeri hanno registrato una ripresa nel secondo trimestre, trainati dal successo del polo aerospaziale che ha visto un incremento dell’export del 44,7%. Invece, i settori farmaceutico e ICT hanno riportato una leggera decrescita.
Molto di questo successo è dovuto alla tecnologia, fondamentale per fare impresa tanto quanto lo sono strumenti come i cacciaviti o le chiavi a brugola. Infatti, i paesi dell’estero apprezzano la qualità italiana e l’innovazione delle sue industrie. Ne è una prova l’ultimo report di Sace, un’impresa italiana che si supporta le aziende italiane che vogliono crescere nel mercato nazionale ed internazionale. Secondo lo studio di Sace, gli Emirati Arabi Uniti sono il mercato più promettente per il made in Italy, soprattutto per il settore di legno ed arredo e per gli investimenti in apparecchiature elettriche.
Però, anche la tendenza opposta è promettente. Infatti, il Lazio punta ad attrarre investitori di tutto il mondo. Come? Con il programma di interventi di internazionalizzazione che ha un budget di oltre 7,8 milioni di euro per promuovere l’export. Di questi, 2,5 milioni di euro sono destinati nello specifico alla partecipazione di fiere internazionali e missioni istituzionali di diplomazia economica. Nell’ambito degli investimenti, il portale “Invest in Lazio” ha l’obiettivo di incentivare gli investitori stranieri facilitando la connessione con le realtà del Lazio.
Con il 23% del Pil regionale che proviene da imprese multinazionali e con le esportazioni aumentate del 223% tra il 2008 e il 2022, il Lazio si conferma una regione globale.