di Attilio Rosati
È difficile immaginare un giocatore che conceda meno allo spettacolo di quanto non faccia Ciro Gaglione, eppure, non esiste difensore al mondo che non vorrebbe avere al suo fianco un guerriero come lui.
Con quel corpaccione massiccio e rassicurante lo abbiamo visto giocare in silenzio, contro avversari di qualsiasi caratura tecnica, senza mai perdere la propria dignità. Con quel suo gioco scarno, fabbricato al momento, fatto di botte e sudore, di sofferenza ed esaltazione dei valori dello sport, Ciro Gaglione è entrato in punta di piedi nel cuore di tutti i tifosi, della società e del suo presidente. Ci è entrato in punta di piedi per rimanerci per sempre.
Un artigiano saggio e silenzioso, sapiente e volitivo, mai pago del suo lavoro, mai vinto e consapevole dei propri limiti come della propria grandezza. Un proletario del pallone che ha saputo costruire nel tempo uno stile di gioco e di vita fatto di affidabilità, decoro e sacrificio.
Ora lascia la sua squadra, quella nella quale ha militato per un decennio ed il suo destino, come quello di tutti i grandi, sarà quello di essere capito e apprezzato per quello che merita veramente solo adesso, che quel suo corpaccione da guerriero non corre più sui campi di casa nostra.
Per quanto spietate possano essere le leggi del calcio, non ci impediscono di dire a Ciro, dal più profondo del cuore: Grazie Guerriero, arrivederci a presto.