di Fabrizio Ercolani
Il week-end appena trascorso è stato caratterizzato da quello che tutti oramai chiamano il “derby d’Italia”. Uno spaccato dunque di vita calcistica ma anche di vita vissuta ed il risultato non ha tradito le attese. Quel 2 a 1 inflitto dalla Juve con la rete di Higuain è un po’ lo specchio della situazione italiana.
La Juve vince secondo copione e l’Inter arriva ad un passo dal portare via almeno un punto. Quel passo tanto piccolo ma che non arriva mai. Un po’ come l’Italia che vuole raggiungere i big d’Europa ma gli manca sempre quel piccolo passo che però giorno dopo giorno, partita dopo partita nel nostro caso, diventa enorme.
Conte (Antonio) che prova a fare il Conte (Giuseppe) anche nel post partita ammettendo con aria sommessa che il divario ancora c’è. E poi ci sono i sogni, quelli degli italiani di vedersi ridurre le tasse, di trovare lavoro, e quelli degli interisti, quelli di battere la Juventus e di vincere il campionato.
Alla fine come in un brusco risveglio tutti in fondo ci sentiamo un po’ interisti con quella velata nostalgia del triplete (gli anni ’90 per gli italiani e quel sogno che Mourinho possa tornare). I sogni son desideri cantava Cenerentola e aggiungeva di felicità. Sperare non costa nulla (una delle poche cose non tassate), sognare ancora di meno ma alla fine la realtà è fatta di tasse, di disoccupazione e di Juventus…