Riceviamo e pubblichiamo
È tempo che l’Agenzia del Demanio si prenda le proprie responsabilità. Ogni anno ci troviamo davanti allo stesso desolante problema legato all’incuria di fondi ed immobili che è chiamata a gestire. Costanti i danni che siamo costretti a subire come confinanti: ora basta. Un comportamento incomprensibile che rischia di essere pericoloso per la pubblica incolumità e per l’igiene pubblica.
Abbiamo inoltrato formale protesta nei confronti della predetta agenzia per due annose questioni; la pineta sita in località San Giorgio, confinante con quella di proprietà dell’Università Agraria, e lo stato di degrado in cui versa il palazzo ex caserma della Finanza in via della Salute. Entrambe, si precisa, non di proprietà dell’Università Agraria, ma in sorte all’Agenzia del Demanio: già perché oltre il danno la beffa, dato che la maggioranza dei cittadini credono che siano dell’Ente civico.
La pineta di San Giorgio, nella parte demaniale, è priva di difese e facile accesso per campeggiatori irregolari che di fatto danneggiano l’intera area: cumuli di rifiuti e scarichi abusivi sono ormai routine in questo periodo dell’anno, per non parlare del rischio incendi; l’altrui incuria rischia di mandare in fumo ettari ed ettari di pineta che appartengono a tutti i cittadini di Tarquinia. Una vera emergenza ambientale, vista la vicinanza dell’Oasi delle Saline e delle aree di nidificazione delle “Garzetta”. Peraltro sull’area demaniale è presente fabbricato pericolante, non segnalato e recintato, luogo pericoloso e non di rado oggetto di ricoveri di fortuna.
Nonostante sopraluoghi congiunti, richieste di assegnazioni e permuta, silenzio tombale da parte dell’Agenzia del Demanio e ogni anno i soliti problemi nel convincimento sbagliato da parte dei cittadini peraltro che l’intera area sia dell’Università Agraria. Destino assimilato a quello della ex Caserma della Finanza. Premessa la presenza di animali morti e ratti nei locali siti in via della Salute, appare preoccupante lo stesso stato dei luoghi e la loro stabilità, compreso quello della cornice ultima testimonianza dell’appartenenza del Palazzo ai Vipereschi.
Le lettere sin qui inviate non hanno avuto riscontro, ma urge un intervento risolutore prima che sia troppo tardi, non si possono dilapidare simili patrimoni solo perché gestiti in maniera impropria da chi non li conosce.
Vicepresidente Università Agraria di Tarquinia
Pierangelo Conti