Riceviamo e pubblichiamo
“Una scelta ponderata”. Con queste parole l’assessore al Centro Aziendale Renzo Bonelli spiega la strategia dell’Università Agraria di Tarquinia volta a scegliere la maremmana in purezza. “Dismesso il nucleo razza charolaise, in favore della razza autoctona, rappresentante della biodiversità più importante del nostro territorio.
La politica degli incroci tra razze appare non è più economicamente vantaggiosa e pone a rischio la stessa sussistenza della razza maremmana. Allevare maremmane in purezza è un ritorno alle origini. Il pascolo brado è l’habitat naturale della maremmana, razza resistente, storicamente adatta al nostro territorio.
In una logica di razionalizzazione e di difficoltà del comparto, appare predominante il mantenimento della biodiversità, peraltro assoggettata ancora a contribuzione comunitaria, con indubbio vantaggio economico.
La chiusura della filiera come realizzata dall’Università Agraria, guarda al vitellone maremmano come elemento distintivo, da qui la scelta di ottimizzare la produzione e renderla univoca.
Una strategia concordata con tecnici ed esperti di settore, resa possibile dagli incrementi di nascite raggiunti nell’ultimo quinquennio che oltre a garantire la copertura delle quote previste dalle normative sul PSR, permette la commercializzazione da vita con ottimi risultati economici.
Le sezione boschive a disposizione aumenteranno e garantiranno il miglioramento del benessere animale e una minore concentrazioni di capi in area boschiva, con indubbio vantaggio per la ricrescita. Allevamento e bosco sono un connubio importante e delicato che va monitorato anche alla luce della crescita smisurata della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa vita dei boschi”.