Riceviamo dal presidente dell’Atletica Viterbo Giuseppe Misuraca e pubblichiamo
Ho avuto modo di porre l’attenzione alle passate Amministrazioni Comunali, attraverso altri comunicati stampa apparsi sui più importanti portali cittadini di Viterbo, sulla pericolosità di via del Campo Sportivo Scolastico, anello stradale ancora privo di marciapiedi, che collega la via Teverina con la zona di S. Barbara, abitualmente utilizzato dagli abitanti pedoni della zona e dagli automobilisti. Sul brevissimo tracciato di circa 300m. si affacciano due importanti complessi sportivi che settimanalmente ospitano quasi un migliaio di praticanti l’atletica leggera ed il rugby, soprattutto bambini, oltre a tantissimi amanti della corsa che appunto anche per la mancanza di alcun marciapiede, rischiano giornalmente di essere investiti. A nulla è valso l’intervento del Comune dello scorso anno con la segnatura di strisce pedonali e 4 cartelli stradali indicatori; le macchine ed i numerosi motorini continuano a sfrecciare a velocità sostenuta su tale via senza rallentare minimamente la loro corsa. Sarebbe stato un intervento risolutivo, quello consigliato più volte attraverso i vari comunicati, quello della realizzazione di un rallentatore come quelli utilizzati a via Garbini, davanti agli uffici del Comune, che costringono gli automobilisti e ciclomotori a ridurre di molto la loro velocità. La risposta di alcuni abitanti della zona a quei comunicati fu quella di scaricare la responsabilità di tale problema sui genitori dei bambini frequentanti le attività sportive, che abitualmente parcheggiavano le loro autovetture ai bordi della via ed il Comune ancora una volta si distinse per acume, mandando giornalmente la polizia locale a fare multe nella via. Ricordo a quanti non hanno memoria che la zona sportiva è ancora penalizzata tra le altre cose, anche della inesistenza di parcheggi adeguati alle autovetture e tantomeno ai pullman, e soprattutto in occasione di importanti eventi sportivi, l’intasamento della via è assicurato. Ricordo anche che la zona prevista dal piano regolatore degli anni ’80 prevedeva un parcheggio dove negli anni successivi è stato realizzato un campetto da calcetto con relativi spogliatoi.