Riceviamo e pubblichiamo
La prof.ssa Giovanna Bagnasco Gianni, dell’Università di Milano, direttrice dello scavo a “La Civita”: “Straordinaria azione dei Vigili del Fuoco del team Speleo Alpino fluviale di Viterbo, che hanno effettuato l’intervento portandola alla luce con l’assenso della Soprintendenza competente. – riferisce – Un delicato prelievo quello avvenuto mercoledì – riferisce – effettuato all’interno di un pozzo etrusco, su una stalattite che si è formata nei secoli. Obiettivo delle indagini è decifrare la storia contenuta nelle strutture fisiche e chimiche della stalattite e contribuire a dare informazioni in materia di cronologia, paleoecologia e clima dell’antica città etrusca”.
Il professor Luke Skinner dell’Università di Cambridge effettuerà adesso il carotaggio della stalattite nell’ambito della collaborazione Science@Tarquinia in atto tra l’Università degli Studi di Milano e la Cambridge University (professor Simon Stoddart). Il professor Luke Skinner dell’Università di Cambridge si dice soddisfatto dell’operazione e si complimenta per la bravura dei Vigili del fuoco di Viterbo nell’estrarre la stalattite. Adesso il prof Skinner, esperto paleo-climatico elaborerà i dati per comprendere il clima al tempo degli Etruschi. “Tutto ciò fa parte del progetto ‘Agricoltura e clima antico’ in auge tra l’Università di Milano e l’Università di Cambridge – riferisce la prof. Bagnasco – Gli scavi nell’antica Tarchna, iniziati nel 1982 nel luogo denominato ‘complesso monumentale’ hanno attratto nel tempo un’attività di ricerca interdisciplinare a tutto campo che nel 2019 è culminata in un progetto in collaborazione con l’Università di Cambridge: Science@Tarquinia comporta uno studio a ampio raggio sull’ecosistema dell’antica Tarquinia.
La ricerca si basa sulla ricerca isotopica dei resti antropologici, faunistici e naturalistici per identificare l’impronta locale o allogena dei resti organici. Tale ricerca sui campioni include l’analisi isotopica e del DNA antico di animali, piante ed esseri umani per studiare il regime alimentare, la mobilità e la diversità tra queste comunità che, a vario titolo, formavano la vita del centro urbano. La ricerca su questi resti ha inoltre fornito dati per ricostruire l’ecologia delle forze produttive che sostenevano l’avanzato livello culturale della città fin dalle sue origini”.