La polemica di Sant’Antonio: la posizione dei cavalieri

Riceviamo e pubblichiamo

Sant'Antonio sfilataChiedo scusa a quanti non ne possono più di questa polemica sull’argomento Sfilata di Sant’Antonio, ma non posso restare indifferente alle parole espresse dal Presidente dell’Università Agraria nel suo ultimo comunicato. Abbiamo tutti capito che il suo obbiettivo è quello di soffocare le critiche all’Ente e deviare ogni responsabilità al Comitato organizzatore.

Nessuno dubita del fatto che la decisione dello spostamento di data sia stata presa all’unanimità da tutti i componenti del Comitato di Sant’Antonio, casomai ci si chiede chi ha fatto la proposta, dato che la motivazione riguarda i cavalieri e dato che il ruolo che riveste l’Università Agraria all’interno dell’organizzazione di quest’evento è anche quello di rappresentante dei cavalieri. Rimango davvero basita leggendo: “La decisione è stata presa solo per favorire la partecipazione di quanti più cavalieri possibili, confidando anche sull’afflusso dai comuni limitrofi”… Lo scorso lunedì ho partecipato alla riunione del Comitato di S. Antonio con altri circa venti cavalieri, più tutti gli appartenenti al Comitato, e tutti ma proprio tutti abbiamo sentito una versione diversa, ovvero che la decisione è stata presa perché si pensava che i cavalieri partecipassero alle sfilate di altri paesi limitrofi. E comunque, nel caso  avessi male inteso o interpretato, se la motivazione fosse davvero quella espressa dal Presidente Blasi nel suo ultimo comunicato, la questione sarebbe ancora più grave: ciò vorrebbe dire che a Tarquinia non sono sufficienti o soddisfacenti i cavalieri che partecipano, ma per fare la sfilata servono anche quelli di fuori!

E poi mi chiedo se a Sutri, Tuscania, Viterbo o Monte Romano se lo pongono questo problema, e se sarebbero disposti a posticipare l’evento per far partecipare gli esterni…  Non credo che ci si doveva nascondere dietro a simili sciocchezze, sarebbe bastato ammettere che la decisione è stata presa in buona fede, senza pensare alle ripercussioni che uno spostamento di data avrebbe avuto non solo sui cavalieri ma anche sui tanti cittadini che oggi esprimono il proprio disappunto. A me, e credo di poter esprimere il pensiero di tanti cavalieri, sarebbe piaciuto sentirmi dire che effettivamente ci si era dimenticati di chiedere il nostro parere. Punto.

A volte basterebbe un pizzico di umiltà e le cose si risolverebbero in un’altra maniera. Invece, per l’ennesima volta si parla di scontro politico, da una parte perché proprio la presenza stessa dell’Ente nell’organizzazione di un evento cittadino lo può comportare, dall’altra perché c’è sempre chi non aspetta altro per far scoppiare le guerre tra partiti…

Credo fermamente che una bella città come la nostra Tarquinia sia molto penalizzata da questi continui scontri che non portano a nulla, la politica è importante, ma quella buona e costruttiva, dove le persone ivi impegnate vanno elogiate se fanno bene e criticate se fanno male, qualsiasi sia il proprio filone di appartenenza. Credo molto nell’Università Agraria e nutro una profonda ammirazione per il sostegno che sempre dà a tante manifestazioni tarquiniesi.

Se ho replicato al Presidente Blasi è perché mi sono sentita tirare in ballo, in quanto appartenente alla categoria dei cavalieri, che voglio difendere orgogliosamente da ogni diffamazione. E, contrariamente a quanto consigliatoci da molti, farò del mio meglio per convincere quanti più cavalieri possibili a partecipare alla sfilata del 24 gennaio p.v. perché è giusto che sia così.

M. Letizia Benedetti