Riceviamo e pubblichiamo
Il convegno organizzato dall’Università Agraria, in collaborazione con l’Accademia Italiana di Permacultura e l’Associazione Permacultura Zebrafarm, ha riscosso grande interesse. Oltre 400 sono stati i partecipanti. L’argomento trattato, il calibro dei relatori e una crescente attenzione a questi temi, hanno coinvolto in modo particolare i giovani. Il presidente Alessandro Antonelli ha sottolineato la coerenza tra la permacultura e l’Università Agraria, le prospettive che questa giornata ha aperto e l’importanza di essere protagonisti su argomenti che guardano al futuro. Le tre Istituzioni sono già al lavoro per condividere progetti, sia per il rimboschimento sia per la biodinamica. Coinvolgente e intenso il contributo della dott.ssa Saviana Parodi, la quale ha saputo interessare e trasportare i ragazzi presenti, introducendoli alla permacultura. Per molti partecipanti questo era il primo contatto e la passione della dott.ssa Parodi ha suscitato le giuste reazioni, con domande e partecipazione da parte del pubblico. Luca Puri, docente dell’Accademia di Permacultura, ha poi accompagnato il pubblico in un viaggio tra paesaggio e territorio, focalizzando l’attenzione sulla ricostruzione degli habitat degradati. Un vero e proprio excursus nell’evoluzione del paesaggio nel tempo e nella storia, con riflessioni pungenti legati anche alla storia dell’arte, per mettere in luce l’utilità di siepi e alberi in agricoltura. La sessione pomeridiana si è aperta con il contributo del dott. Dario Greiner, che ha posto in evidenza la sua esperienza di come si possa dare concretezza e realizzare iniziative agricole basate sulla permacultura.Dario Greiner, permacultore, cofondatore della Comunita Permaculturale “Islandia”, con l’argomento dedicato alla “Applicazione del bosco commestibile dal privato al pubblico”.Dario Greiner, permacultore, cofondatore della Comunita Permaculturale “Islandia”, con l’argomento dedicato alla “Applicazione del bosco commestibile dal privato al pubblico”. La dott.ssa Tashina Peterson ha chiuso dimostrando come si possa realizzare un “bosco commestibile”, che richieda cure culturali limitate e sforzi economici esigui. Interessante la sua analisi delle essenze vegetali commestibili e le proprietà riconosciute per ciascuna pianta, sia a livello alimentare sia medicamentoso. Preziosa la collaborazione con l’I.I.S. “Vincenzo Cardarelli”, sempre attivo nell’interessare i giovani, e dell’ing. Sergio Pizarri, in rappresentanza del Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca.