Riceviamo e pubblichiamo
Martedì 19 agosto, a partire dalle ore 20,00, ultimo incontro cinegastronomico di “Cin’è cucina, riso all’inglese”, con il film “La parte degli angeli”, organizzato dall’associazione culturale “La Lestra”, con il patrocinio dell’assessorato allo spettacolo del Comune di Tarquinia, da un’idea di Dino Alfieri, Piero Nussio e Pino Moroni, presso il cortile interno dell’ex mattatoio a Fontana Nova.
Il regista Ken Loach (76 anni), coerente nel raccontare storie vere e drammatiche, semplici e socialmente rilevanti, ancora, come 20 anni fa (Piovono pietre 1994), crede nelle persone e nei loro piccoli o grandi problemi. “La parte degli angeli”, premio speciale della giuria a Cannes 2012, infatti vive di solidarietà, di coraggio e riscatto sociale, ma sempre in linea con una vena comica ed a tratti un’allegria raffinata e coinvolgente.
Ken Loach, a differenza dei suoi connazionali moralisti, benpensanti e difensori del buon nome della Gran Bretagna, la dice tutta la verità, nuda e cruda, sulla crisi di questa economia liberista e finanziaria, sulla drammatica situazione dei giovani, sulla vita magra delle città e della provincia, sulla violenza nata da tradizioni ottuse, sulla maniera di far soldi facili, propria solo della mancanza di futuro.
Si inizia in una triste e squallida aula di tribunale scozzese (a Glasgow) dove alcuni ragazzi ‘poco adattati’ e senza lavoro vengono condannati ad un periodo di servizio civile. Tra questi c’è Robbie (20 anni) con un curriculum di droga, violenze e carcere che vuole cambiare vita, dopo la nascita del primo figlio. Dovrà cogliere l’opportunità che gli si offre per la sua innata competenza gustativa di grandi annate di whiskey. Il film quindi vira verso giornate di degustazioni in cui hostess di bell’aspetto o maestri di ‘savoir faire’ distillano con cura la raffinata cultura di quel prodotto pregiato e costoso.
Ecco la bravura del grande anziano regista nelle file dei nuovi giovani: Ken Loach, con la tecnica del maestro, riesce a formalizzare al suo scopo la giusta misura della fotografia della realtà. Pian piano elimina la distanza della macchina da presa dagli attori per far immedesimare di più gli spettatori. E ci riesce con risultati inaspettati di simpatia e partecipazione. Vuoi per la bravura degli attori, le personalità spiccate di Robbie (Paul Brannigan) e Albert (Gary Maitland) e la solidarietà degli altri. Vuoi per l’intelligenza usata nello sviluppo positivo della storia, alla fine ottimista. Mentre “La parte degli angeli”, cioè quella parte di whiskey che evapora naturalmente dalle botti di invecchiamento e sale al cielo, diventa quell’atmosfera gradevole, appena inebriante, che accompagna lo spettatore dopo la fine del film.