“Per noi è la Mostra Mercato Macchine Agricole di Tarquinia e nessuno può portarcela via. Come Comune metteremo in campo quanto possibile nei confronti di Civitavecchia, della Pro Tarquinia e di Paolo Giorgi: se vogliono, che facciano la fiera di Santa Firmina, ma questa è di Tarquinia e resta di Tarquinia”: toni molto duri da parte del sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi nella conferenza stampa convocata per esprimere la versione dell’amministrazione sulla notizia dello spostamento della tradizionale “Fiera” del Lido nella vicina cittadina portuale.
Incontro che si chiude con alcuni punti chiari: carte in tribunale, con l’amministrazione che ha dato mandato ad un legale per portare avanti tutte le attività a tutela del comune, a partire dal danno di immagine, e richiesta già avanzata alla Regione Lazio per chiedere lo spostamento della Mostra Mercato Macchine Agricole di Tarquinia al 9, 10 e 11 settembre, organizzata dal Comune, e non dalla Pro Tarquinia, “che credo sia – parole del sindaco – da chiudere, una volta saldato il debito con il Comune”.
Prima di queste dichiarazioni, Giulivi aveva esordito con la propria cronistoria degli eventi, dopo i due anni di sosta causa Covid. “Quando si è capito che il 30 marzo sarebbe finito lo stato d’emergenza e ci avrebbero concesso di organizzare eventi – le parole del sindaco – abbiamo iniziato a lavorare su alcuni appuntamento, come per esempio la Processione di domenica scorsa. E in quest’ottica, il 17 febbraio scorso abbiamo chiamato in comune Paolo Giorgi, come presidente della Pro Tarquinia, chiedendo anche i documenti necessari per far sì che, a ridosso dell’evento, non mancasse nulla”. Un incontro, specifica poi il vicesindaco Serafini, in cui il Comune aveva proposto anche una propria idea e proposta progettuale, anche di fronte alle difficoltà manifestate dall’organizzazione dopo la pandemia. “Abbiamo chiesto statuti, bilanci ecc. – riprende Giulivi – anche perchè se il Comune deve intervenire a supporto di qualsiasi attività ha necessità della documentazione. Ma da allora, solo silenzio”.
“Il 21 marzo – continua Giulivi – ho scritto una lettera per chiedere entro il 26 marzo la documentazione su piano di sicurezza, senza successo. Il 4 aprile 2022 abbiamo poi ricevuto la richiesta di disponibilità di lotti interni all’area fieristica e una settimana dopo abbiamo risposto dicendo che il comune garantiva collaborazione, ma che serviva di mandare in prefettura il piano di sicurezza. Intanto, gli uffici hanno comunque dato autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico e l’ufficio tributi segnalava che nel complessivo, per il 2018 e 2019, risultavano 44.117,65 euro di tosap non pagati relativa all’evento”.
Come risulta dal verbale dell’incontro in Prefettura, però, la consegna del piano di sicurezza arriva oltre i termini previsti, e da Viterbo il 14 aprile arriva un diniego allo svolgimento dell’evento, con la Pro Tarquinia che il giorno successivo informa il Comune della rinuncia alla richiesta di suolo pubblico a seguito della comunicazione prefettizia. Da qui, poi, l’accellerazione degli eventi.
“Come comune abbiamo avviato un dialogo con la Prefettura per indire un tavolo, convocato poi per il 21 aprile, per verificare se c’erano margini per recuperare l’evento”, continua Giulivi. Evento che, da verbale dell’incontro, risulta “temporaneamente” sospeso. “Al tavolo si presentano Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco ecc – le parole del sindaco – che sollevano le proprie osservazioni. Ma Giorgi, preso atto del precedente parere negativo, si assume la responsabilità per il ritardo nella presentazione del pino di sicurezza, redatto a suo dire per poco tempo a disposizione, anche se di tempo ne aveva quanto voleva, ma forse aveva altro in mente, e annuncia di aver annullato la manifestazione, liberando gli espositori, pensando che data la gravità del caso non avrebbe avuto modo e tempo di rimediare”.
“Non penso ci sia altro da aggiungere – chiude il racconto Giulivi – se non che quell’incontro si chiude alle 13 e 50 del 21 aprile, mentre la delibera del Comune di Civitavecchia che approva la manifestazione è delle 13 e 15 dello stesso giorno. La circostanza si commenta da sola. Da quanto stavano organizzando questa cosa? Scopro la delibera appena tornato da Viterbo e, dato che nessuno aveva comunicato nulla all’amministrazione né dal Comune di Civitavecchia, né dalla Pro Tarquinia, chiamo Tedesco. Poi gli scrivo una lettera in cui chiedo la revoca della delibera. Poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità”.
“Certo è che la fiera era diventata un mercato, anche per colpa delle varie amministrazioni passate, compresa la mia. – conclude Giulivi – Andava dato un taglio netto, e forse oggi siamo a un punto in coui il comune deve riprendersi la propria fiera. Questo abbiamo detto all’assessore regionale, chiedendo di spostarla a settembre con un impulso diverso. Aspettiamo rientri per parlarne, siamo già al lavoro con associazioni e commercianti. Certo il Pro Tarquinia a Tarquinia non la farà più, così come in futuro il Comune di Civitavecchia sarà visto come un nemico e non come un amico”.