di Pino Moroni
Ora che gli entusiasmi e le emozioni hanno lasciato il posto alle soddisfazioni, ora che non c’è più da fare calcoli e strategie, ora che la tensione per una assenza o per un inserimento sono svaniti, ora che gli avversari si sono dileguati, in alto od in basso, forse ora è il caso di fare un bilancio sereno della stagione appena passata.
Quante volte, finite le partite, anche malamente, Nazareno Gufi, l’allenatore, si affacciava alla segreteria della Corneto Tarquinia e si prendeva tutte le colpe (spessissimo non vere), oppure con foga vivisezionava le partite, minuto per minuto, e mostrava la validità delle sue scelte. Non era mai il momento di dire: facciamo un’intervista. C’erano ancora davanti periodi difficili da affrontare, con tante incognite su una squadra incerta e su un campionato difficile da interpretare.
Ora è il momento.
Quando ho accettato ho capito che era una grande scommessa. La prima volta che dirigevo una squadra in Eccellenza. La stessa squadra che veniva da un campionato stratosferico, con un’attitudine all’attacco, con gente proiettata in avanti a fare tanti goal, ma tesa a sbilanciarsi. Occorreva trasformare alcuni giocatori in buoni strateghi, con caratteristiche diverse da pungenti attaccanti puri. Non si poteva fare campagna acquisti per la filosofia, che pienamente condivido, della nostra società. Debbo dire che allora mi hanno aiutato molto gli infiniti e duri allenamenti precampionato, in cui si provavano e riprovavano schemi e ruoli che poi si sono dimostrati vincenti. Piano piano, con il sacrificio di tutti, la squadra è migliorata, si è tolta la maglia del campionato di Promozione ed ha assunto quella di Eccellenza, che è tutta un’altra cosa. Per dirla breve, oltre le squadre favorite come il Palestrina, il Pisoniano, il Civitavecchia ed il Rieti, c’erano squadre come il Real Pomezia, il Tor Tre Teste, la Fontenuovese o il Giada Maccarese, che avevano formato squadre da record, con le quali, nel primo scorcio di campionato, abbiamo dovuto faticare al pari delle prime ed ora sono invece nel nostro gruppo di centro classifica.
Quando alla quinta di campionato è entrato Bellucci, un giocatore con le caratteristiche che mi servivano, ho cominciato ad avere l’ossatura vincente e per sei o sette partite gestire meglio gli avversari. Vicino Natale, esattamente a metà partita con il Civitavecchia, purtroppo abbiamo perduto questo importante giocatore. Che brutte vacanze natalizie! Ai pochi allenamenti si sono unite le uscite di Scatena e Galli e poi l’infortunio di Giammusso. Alla seconda di ritorno, con la vittoria sul Cecchina (2 a 0), mi è sembrato di ricominciare a respirare. Il mercoledì intanto è arrivato Gimelli. Ho cominciato finalmente a cambiare l’atteggiamento tattico, sono
riuscito anche per merito di chi ha sacrificato tutto per il bene della squadra, a tappare i buchi e migliorare la tenuta, partita dopo partita, fino ad oggi. Se nell’andata avevamo fatto solo 18 punti, nel ritorno sono stati 27 con più partite giocate fuori casa. Difficoltà ci sono state anche nel ritorno, per la perdita di Bramucci e per gli sforzi comuni di vincere anche il campionato juniores. Unico momento che brucia è la sconfitta con l’Albalonga, difficile da analizzare: basta però dire che i fuoriclasse argentini si sono dimostrati all’altezza del nome. Il momento migliore e che ci ha fatto salvare è quello dei dieci punti in quattro partite. Con tutti indispensabili perché eravamo sempre non più di quattordici in allenamento. Ma qui ha vinto la compattezza del gruppo, della società. Hanno aiutato anche i tanti juniores che hanno giocato o che ho portato in panchina. Se nell’andata avevano prevalso le squadre (tante) più preparate e con più campioni, al ritorno, calato il ritmo, sono venute fuori le squadre che hanno fatto più gruppo. Ed i miei ragazzi sono stati bravi a saperlo fare. Anche il fatto di non essersi mai trovati a dover lottare nel gruppo delle squadre da retrocessione ha dato una maggiore sicurezza per batterle tutte, con un pizzico di superiorità (es. Fregene 2 a 1 fuori casa, Torrenova 3 a 2 e Foglianese 6 a 0).
I miei rapporti con il Direttore Sportivo Ciro Granato sono stati, come da sempre ottimi, come con il Presidente Rinaldo Santori, ma debbo ringraziare anche l’aiuto di tutti gli altri.