di Stefano Tienforti
Uno per uno, i ritratti dei Toto Boys che hanno fatto l’impresa, infrangendo il tabù del terzo posto.
Fabrizio Ercolani. Ho difficoltà a scrivere di Fabrizio, non sarei oggettivo: lo stimo troppo come portiere e come persona. Eppoi non basterebbero la parole a spiegare cosa è per questa squadra. Perciò, di lui, ricordo solo due momenti: il desiderio di volere affianco, al momento della premiazione, suo fratello Tiziano, per alzare assieme un trofeo che meriterebbero entrambi, e la corsa al fischio finale ad abbracciare Gabriele Piva: di tutti quelli che il Toto chiama “Fratè”, lui è tra quanti se lo meritano di più.
Simone Biagioni. Pensa bene di spaccarsi due dita del piede nella gabbia dei Marinai proprio alla vigilia della partita che avrebbe giocato da titolare, perciò il suo Memorial da portiere si ferma al secondo tempo contro L’extra, dove purtroppo per lui è costretto ad incrociare il destro magico del Direttore! Allora diventa grande uomo squadra: memorabile il suo scambio di battute con un Lillone inferocito in semifinale! Ad ogni modo, è il giocatore più titolato dell’anno: campione Juniores, vincitore del Memorial e, prima, del Go Event: come ragazzo, si merita questo e anche di più.
Matteo Ventolini. Anche lui “pezzo” degli juniores fantastici della Corneto, gioca poco nel finale di torneo ma si dimostra giocatore tosto nei gironi, finendo per trovare anche il gol nei quarti di finale. La sua “sfortuna” è d’avere, nel suo ruolo, uno che si chiama Omero: son sfighe che finiscono per farti vincere un Memorial!
Alessandro Rosati. Più che un commento, servirebbero 4 o 5 righe di punti esclamativi. Fra tre mesi fa diciotto anni e, nell’attesa, apre le marcature in semifinale ed in finale, segna in totale 16 gol, mette uno zampino decisivo nella rete che decide il torneo e, a fine partita, viene quasi a chiedermi scusa, dispiaciuto perché Peppe Arcorace de L’extra non vince la classifica marcatori. Se da minorenne è così, cosa diventerà da grande?
Giuseppe Piferi. Anche di Peppe è difficile scrivere: inizio col dire che è un amico, poi è uno che corre anche mentre dorme, che vuole vincere pure a tombola coi nipotini, che vive il mese del Memorial con passione e divertimento. Dove lo metti sta, e sta bene. Adesso sta pure sul gradino più alto del torneo, con grande merito personale e come uomo squadra.
Stefano Conversini. Avrei voluto vederlo in campo, in finale, il Tegolino: invece regala la sua ultima apparizione in semifinale, forse nella speranza per il Toto’s di risvegliare, in Lillone, i fantasmi del tacco magico dell’anno precedente. Però sta lì, in panca, e se la squadra dimostra compattezza per tutto il torneo è anche perché Stefano è un compagno straordinario: per i quattro juniores, non avrebbe potuto esserci guida migliore.
Mario Alberto Seripa. Tredici gol, difesa del pallone, movimento offensivo: Mario è uno che vive nella metà campo altrui, che respira aria d’area. Potrà sembravi caotico, frettoloso, ma mentre lo pensate, lui vi ha già segnato. E lo farà anche la prossima volta, seppure penserete d’averlo imparato a conoscere. E, non a caso, la sua firma c’è nei quarti, in semifinale ed in finale: probabile che segni anche lunedì sera a cena!
Edoardo Meloni. L’eroe dei due mondi: passa l’inverno alla conquista degli Stati Uniti – le leggende parlano di un anello magico espugnato a fatica sui campi di soccer a stelle e strisce – poi torna giusto in tempo per mettersi la maglia del Toto’s e, tanto per non perdere l’abitudine, vincere. Chissà che, ora, non stia programmando anche l’invasione di Cina ed Australia.
Stefano Cascianelli. Il motorino di centrocampo della Corneto si sposta sul campo più piccolo, ma gioca e corre comunque come un matto. Il fuoriclasse gialloblu si integra alla grande nel gruppo, si diverte, segna gol splendidi, regala assist e decide il Memorial: ad un minuto dalla fine dei supplementari porta in vantaggio i suoi ribattendo con precisione e rapidità – due sue doti eccelse – una ribattuta di un grande Tiziano Ercolani. È di quei giocatori che li vedi in campo e capisci che si tratta di un’altra categoria.
Francesco Granato. Non è di quei giocatori che, a fine partita, ricordi aver fatto cose straordinarie: è, infatti, uno di quelli senza i quali una squadra non può vincere un Memorial! C’è, sempre, e non sbaglia mai: garanzia assoluta in ogni momento della partita e del torneo. Ad avere qualcuno che li conti, scopriremmo probabilmente che ha il più alto rapporto tra passaggi completati e palle recuperate.
Omero Ceccarini. È con buon margine il giocatore dall’età più alta della squadra, eppure gioca tutta – tutta – la finale. E come la gioca! Chiude, anticipa, riparte, contrasta e, all’ultimo secondo, segna il tiro libero del trionfo finale. Ti scordi da quanto tempo lo vedi calcare i campi cittadini, ti scordi di un infortunio che lo ha tenuto lontano per un bel po’: ma ti ricorderai sempre di come corre verso la panchina esultante per regalare, finalmente, a se stesso ed al Toto’s, il trofeo che sfuggiva sempre. E che, non è un caso, arriva proprio nell’anno in cui, nel Toto’s, gioca lui.
Claudio Paoloni. Si rivede al Memorial dopo qualche anno d’assenza, ed è già una bella notizia. Segna pure, ed è doppia. Alla fine, lo vince anche: cosa chiedere di più ad un ritorno? È un altro di quelli che, ad averlo in lista, vale doppio, perché gioca lui e fa giocare meglio – sereni e compatti – i compagni di squadra.
Luca Pico. Correre in campo è, di certo, compito faticoso, ma quello che Luca sopporta da anni è forse peggiore: vivere tornei su tornei fianco a fianco con Gabriele Piva è esperienza di sacrificio estremo. E nonostante questo – e la tensione che s’accumula in panchina – di lui non si ricorda mai un comportamento fuori posto: sintomo chiaro di che bella persona sia. Per lui, quella coppa, quest’anno ha una dedica speciale.
Gabriele Piva. Forse tra qualche giorno si renderà conto di quanto successo, riprendendosi dalla trance in cui ha vissuto i giorni prima e dopo la finale. È l’anno di Capitan Toto Sparrow, che prima conquista Tarquinia in cima al suo galeone, poi regala un bottino sottoforma di Gratta e Vinci, infine si prende la Lanterna; e curiosamente, in finale, come avversari, trova di fatto tutta la sua ciurma carnevalesca, che al termine di una finale tesissima ed incerta – nonostante la sconfitta – lo applaude e si complimenta: il più bello spettacolo di questo Memorial.