di Luciano Marziano
A conclusione del ciclo espositivo che ha avuto luogo in Bracciano, Tuscania e Tarquinia, dal 29 settembre al 4 novembre 2012, i partecipanti a Keramikos 2012 – Festival della Ceramica d’arte in Tuscia e nel Lazio, si sono incontrati presso la Sala Lawrence di Tarquinia per una riflessione sull’evento. Essi hanno preso atto della utilità e opportunità di una manifestazione che ha inteso rispondere all’ istanza, oramai diffusa, di riconoscibilità della ceramica quale mezzo espressivo al pari di altri materiali considerati privilegiati tramiti di comunicazione artistica e nel cui contesto generale ha acquisito legittimità propositiva con la piena accoglienza nel territorio della scultura.
Essa risponde con la sua peculiarità operativa ai problemi posti dall’odierno stato dell’arte caratterizzato da intenti analitici, slittamenti combinatori, contaminazioni e attraversamenti che dalla primarietà del segno si costituiscono in figurazioni complesse. Ne deriva che, anche quando insistono talune permanenze come memoria dell’oggetto d’uso, nell’odierno percorso manipolatorio dell’argilla è evidenziata la finalità primaria di sottolineature degli elementi fondanti del linguaggio artistico che, nella specificità della ceramica , sono costituiti dalla basilare plasticità e dalla cromia non più coefficiente decorativo ma fattore funzionale della espressività.
Tutti elementi presenti nel lavoro dei partecipanti – fra i quali una notevole presenza di artisti tarquiniesi – rispondenti ai nomi di Luigi Belli, Patrizia Burlando, Elettra Cipriani, Pirijo Eronen, Marco Ferri, Carla Francucci, Antonio Grieco, Leena knuuttila, Massimo Luccioli, Mirna Manni, Alexia Manzoni Porath, Massimo Melloni, Fabrizio Naggi, Sabine Pagliarulo, Wolf Poelloth, Susy Pugliese, Tiziana Rivoni, Alfonso Talotta, Marco Vallesi, Mara Van Wees, Oriano Zampieri. Gli stessi hanno ancora una volta rilevato che la grande ricchezza insita nella ceramica , peraltro erede di una nobile tradizione, non trova ambiti divulgativi generalizzati.
Tranne che in alcune isole felici come, ad esempio, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, la ceramica, in Italia, a differenza di altre situazioni a livello internazionale, sconta come una sorta di persistente stigma minoritario che ne impedisce la piena valorizzazione e l’adeguata diffusione.
Preso atto della positività dell’iniziativa assunta dalle Gallerie Artidec di Bracciano, Entroterra di Tarquinia, Magazzini della Lupa di Tuscania, a conclusione dell’incontro, gli artisti hanno auspicato che il fenomeno ceramica sia sempre più presente nel panorama artistico italiano come merita per le sue valenze artistiche ed anche per le ricadute di ordine economico. A tal fine, gli stessi hanno sottoscritto un atto che, per il luogo di redazione, hanno voluto chiamare Manifesto di Tarquinia, con il quale fanno appello alle Autorità amministrative, agli studiosi, ai critici , agli artisti e agli operatori tutti affinché la ceramica, al pari di ogni altro medium di espressività artistica, sia correttamente e più incisivamente valorizzata.