di Leo Abbate
Il Tanas Porta di Roma è una squadra che fa della precipitazione e del pressapochismo il suo credo assoluto, e non avrebbe mai e poi mai potuto segnare un gol ai ragazzi di Mister Bonelli se un arbitraggio inverecondo non avesse condizionato pesantemente l’andamento della gara.
Dopo questa serena a pacata considerazione, la cronaca: i ragazzi di Mister Sala partono a testa bassa e macinano una mole di gioco impressionante… senza mai arrivare dalle parti di Biagioni, che grida e chiama i compagni tanto per ricordarsi che sta giocando una partita. Dopo 25 minuti di questa solfa gli etruschi, nell’unica occasione che riescono a costruire in mezzo al caos del traffico, fanno gol; bella incursione sulla fascia di Giamundo che tira in rete, il portiere – che non si aspettava di dover compiere un gesto che implicasse un minimo di coordinazione – si stupisce e Rosati ne approfitta, da quel cinico che è. 1 a 0.
Poi il caos torna a regnare sovrano. Due minuti dalla fine del primo tempo, Cruciani spara un bolide su punizione e Rossoni, che stavolta era ben vigile, con l’unghia del mignolo sposta di un millimetro la palla che rompe in due la traversa con effetto sismico.
Nel secondo tempo succede l’imponderabile: un giocatore del Tanas sparacchia dall’area di rigore un cross che senza velleità alcuna si sarebbe spento dalla parte opposta del campo; purtroppo il tiro colpisce Solari che si era voltato tempestivamente per proteggere la faccia. Il pallone sbatte sul gomito del difensore:
1) girato come era, certo non poteva interagire con la traiettoria della sfera.
2) non era neanche staccato dal corpo (il gomito medesimo), in modo tale da far “volume”.
Il Solone “de noantri”, il Rocchi all’amatriciana, scorge un rigore cristallino ed inappuntabile e così i romani fanno il pari. Inutile dire che i ragazzi di Renzo Bonelli, se pure privi di tutto il centrocampo titolare, si gettano in avanti come un sol uomo per fare giustizia. Ogni tentativo è vano. Stanchezza, penuria di uomini ed il gioco falloso degli avversari rendono definitivo il responso. Migliore in campo, Meloni, che in un ruolo che non gli è congeniale e a corto di preparazione per una recente operazione chirurgica corre e si batte fino allo sfinimento.
Ora ci aspetta il Leviathan: quel Tor di Quinto che con Bongoura e Marioni trita tutto quello che trova sul suo cammino. Ne sa qualcosa il Rieti che sabato ha portato a casa cinque pappine senza segnarne neanche una. Aiuto!