Caro Mauro,
innanzitutto scusami se approfitto di un ruolo, il mio, meno informale del tuo, e rispondo dandoti del tu; e perdonami se ho impiegato un po’ a elaborare una risposta alla lettera che mi hai consegnato ieri perché, leggendola, di cose da dire ne sarebbero uscite parecchie.
Si potrebbe, ad esempio, parlare dell’ipotetica – o, come dici te, remotissima – possibilità che qualcuno abbia “scroccato” la rete wireless della sala consiliare: è evidente a chiunque quanto grande fosse il rischio per la sicurezza e l’immagine della Città, ben maggiore di quello legato ai commenti apparsi su questo sito, se chiunque – come da te ipotizzato – avesse potuto collegarsi liberamente alla rete nascondendosi dietro il nome del Comune. Paradossalmente, m’avrebbe inquietato di meno sapere che il responsabile di quei messaggi fosse un amministratore intento ad autoincensarsi.
Oppure, potrei rivelarti una certa delusione, legata al fatto che – proprio a fronte delle carenze di sicurezza e dei rischi ad esse legati – la Redazione si sarebbe aspettato un approccio diverso da parte tua, dato che più volte abbiamo chiarito come si trattasse di tutelare – assieme ai nostri lettori – la Città e la tua stessa figura, più volte da noi indicata, addirittura in una conferenza stampa appositamente convocata, come parte lesa. Ed invece, sia per telefono, che a voce, che nella tua lettera, non solo non c’è un accenno di gratitudine, ma persino un’allusione al fatto che il nostro intervento avrebbe impedito l’identificazione dei colpevoli!
E ancora, non ho problemi a dirti che sta proprio nell’importanza della vicenda e nell’incidenza negativa che essa poteva avere, anche su di te, il motivo per cui – come spiegato più volte – ho scelto di rivelare la provenienza di alcuni commenti e di renderne partecipi i lettori de L’extra. Pur se dalla tua lettera non traspare, son certo che anche tu concordi sul fatto che la privacy a cui si fa riferimento nel tuo documento e sul mio sito lasci il passo alla necessità di sicurezza, anche tua, che con la mia decisione ho inteso garantire; assumendone, come sempre, le responsabilità. Spero, invece, che la tua sensazione dei “due pesi e due misure” o la tua riflessione sulla libertà d’informazione siano dovute ad un momento di nervosismo e a dei malintesi che, in seguito, hai visto chiariti dai nostri colloqui, altrimenti mi trovo costretto – dalla mia maledetta curiosità – a chiederti a quale “giro” ti riferisci o a spiegarti che, i miei collaboratori ed io, della libertà d’informazione siamo – per ovvia definizione dei ruoli – beneficiari e non garanti.
Ad ogni modo, il primo e fondamentale motivo per cui ho scelto di scriverti riguarda la scelta – che, lo ripeto per l’ennesima volta, è stata mia – di consentire la pubblicazione di commenti anonimi. Perché, e lo ribadirò fino a stancarmene, sono convinto del fatto che il valore di un pensiero non stia nella firma: posso farti numerosi esempi di contributi senza nome ricchi di idee e spunti di enorme dignità, così come conosco altrettanti casi di documenti la cui firma finale non riesce proprio a dar valore al senso delle parole che la precedono.
Il tuo riferimento alla mafia, poi, ci fa trovare in disaccordo totale: la possibilità di dire la propria senza il timore di doverne affrontare le conseguenze – sotto tutti i punti di vista, da quello della timidezza a quello del timore di ritorsioni – è la maggiore garanzia contro l’omertà che, invece, è frutto dell’impaurito silenzio. E, come vedi, questo blog è tutt’altro che silenzioso. D’altronde, se a tuo avviso l’anonimato è da condannare, ti lascio di seguito una lista di siti internet a cui la mafia dovrebbe gran parte del suo successo, dato che nei loro blog l’anonimato è consentito praticamente da sempre:
http://espresso.repubblica.it -L’Espresso
http://www.unita.it – L’Unit�
http://www.corriere.it – Il Corriere della Sera
http://www.ilfattoquotidiano.it – Il Fatto Quotidiano
http://www.ilgiornale.it – Il Giornale
http://www.repubblica.it – La Repubblica
http://www.lastampa.it/redazione/default.asp – La Stampa
http://www.ilmessaggero.it – Il Messaggero
Caro Mauro, prima di salutarti informo i lettori – che l’avranno già capito – che l’incontro che speravi avessimo è già avvenuto, rilanciando con il dire che, sulla questione, sono pronto a confrontarmi con te, di nuovo, quando vuoi. Anzi, essendo il tema della comunicazione – anche a livello locale – interessante e di grande rilievo, mi faccio promotore con la presente di un’iniziativa: perché non organizzare un dibattito pubblico, coinvolgendo magari i corrispondenti locali, in cui affrontare tematiche quali l’informazione e la comunicazione nell’era di internet e nell’ambito di una comunità come quella di Tarquinia?
A presto e con stima
Stefano Tienforti