Intervista a Gaia Luciani, dalla scoperta della poesia a Creatura Duemila: “Provo a rappresentare i primi anni del millennio di cui sono figlia”

(s.t.) Un viaggio lo si può vivere in molti modi, non obbligatoriamente geografici: è un percorso di percezioni, sensazioni, consapevolezze, ricordi. Qualcosa di complesso quanto affascinante da raccontare. Gaia Luciani, poeta nata a Tarquinia, lo ha fatto scegliendo la forma e il mezzo che più sente propri, e quindi in versi, raccogliendo nella recentemente edita “Creatura Duemila” quelli che meglio ha percepito possano “rappresentare parte della contemporaneità che viviamo”.

“La poesia è una forma espressiva come tante altre – spiega – che appunto deve saper parlare della contemporaneità: la mia, in particolare, è per chi vuole approfondire la propria, di contemporaneità, facendosi domande nuove che portino a nuove risposte. Per questo deve essere accessibile a chiunque; complessa, affascinante, ma accessibile”.

Una forma per esprimersi, quella della poesia, che, per dirla con le parole di Gaia, “non è sopraggiunta, ma è sempre stata dentro di me”. E così a otto anni ha iniziato a comporre versi, leggendoli a sua mamma che però non credeva fossero opera sua. “E io piangevo – ricorda sorridendo – sino a che la maestra Cristina Pennacchioni non l’ha convinta fossero versi davvero miei: la ringrazierò sempre per quanto mi ha incoraggiato dandomi possibilità di scrivere e recitare”. 

Una passione proseguita alle scuole medie ma che solo al liceo ha trovato una strada più compiuta: “Il professor Marco Ubaldelli invitò una mia compagna di classe, e non me, a partecipare a un concorso di poesia. Io mi risentii e partecipai comunque, guadagnandomi la pubblicazione: quando mi chiamarono per comunicarmelo non sapevo come dire che avevo 14 anni, ma grazie a mamma abbiamo trovato il modo”.

“Ai prof del liceo devo molto – racconta Gaia – sia a Ubaldelli, che ha “investito” molto su di me, anche regalandomi un libro di buon auspicio, che a Elena Oostenbrink, che a volte mi lasciava distrarmi e scrivere durante le ore di matematica: il voto con lei era comunque pessimo, ma sono stati momenti preziosi!”.

Poi l’università per studiare Lettere Moderne, il trasferimento a Roma, il distacco obbligato dal Covid proprio quando Gaia stava completando una tesi sperimentale sul linguaggio e un percorso che pian piano trova la sua strada: dopo la vittoria, nel 2018, del Concorso Giacomo Leopardi, promosso dal Centro Incontri Culturali di Civitavecchia, arrivano le esperienze con l’Avanguardia dell’Ortica e con Il Duemila Magazine, da lei ideato e fondato per dare spazio a pensatori e artisti della generazione Z. Realtà da cui recentemente è sorto il Collettivo Artistico de “Il Duemila”. “Vi partecipano anche altri ragazzi di Tarquinia, da Filippo Belli a Flavia Biagioni sino a Stefano Mastrobuoni, – racconta Gaia – Speriamo di riuscire a portare iniziative anche a Tarquinia”. 

Nel frattempo, ecco arrivare “Creatura Duemila”, che sarà presentato oggi pomeriggio all’Alberata Dante Alighieri a Tarquinia. 

“Come dicevamo, é un viaggio, scritto in due anni e mezzo, che prova a rappresentare i primi ventiquattro anni di questo millennio di cui io, nata proprio nel 2000, sono più che mai figlia. Un viaggio non autobiografico, ma che nasce da due anni fatti di domande: per portare la poesia in mezzo alla gente riportando esperienze che non per forza ho vissuto personalmente, ma che ho visto vivere”. 

Un percorso di poesie diviso in cinque fasi/sezioni, dall’avvio che ragiona sulla perdita di Dio e su come ci si interroga una volta smarrita la certezza della religione – “anche parlando delle sostanze stupefacenti, che esistono ed esisteranno, forse soprattutto in queste generazioni, e le persone ne vanno istruite, anche sugli effetti collaterali” – alla metropoli – “con le difficoltà nel viverla, soprattutto in periferia, nell’emergere se si nasce in determinati contesti in cui sembra non si abbiano possibilità” – sino al ritrovarsi attraverso l’amore. Infine il ritorno nella sede del cuore, la Provincia Mistica in cui si riconosce Tarquinia – “non sarei poeta se non fossi nata qua, con questa campagna, i tramonti: so che dovrò andare via ma Tarquinia mi ha “fatta” e io voglio portarla fuori da qua” – per poi chiudere con un messaggio di buon augurio, l’accettazione della propria normalità, “superando le difficoltà con se stessi, ritrovandosi, tornando alla luce”.

Per Gaia “Creatura Duemila” è la seconda opera in pubblicazione, dopo “L’estetica del cielo, edita sempre da RPlibri nel 2022.