(f.e.) “Tuteliamo la nostra dignità. Siamo consapevoli di essere solo dei numeri ma siamo altresì convinti che tanti numeri messi insieme fanno la forza”. Mattinata in stato di agitazione per i 19 dipendenti Coop, 6 part time e 13 full time, del punto vendita ex InGrande di Tarquinia.
Nel primo giorno di fuori tutto deciso dall’azienda Distribuzione Roma per svuotare gli scaffali in vista della chiusura del punto vendita previsto per il 15 maggio, intorno alle 10 e 30 i dipendenti hanno chiuso le casse e abbassato le serrande in protesta con la decisione di metterli in mobilità. “Come è possibile che per noi si è aperta la procedura di mobilità mentre a Roma l’azienda sta aprendo due nuovi punti vendita, uno in Piazza Cavour ed uno alla Farnesina? – si chiedono i dipendenti che da mesi chiedono risposte esaustive senza mai ottenerle – Perché alla nostra richiesta di ricollocamento abbiamo trovato un muro insormontabile? Perché non siamo mai riusciti ad instaurare un tavolo di confronto e trattative con Unicoop Tirreno che detiene circa il 12% di Distribuzione Roma e che possiede negozio territorialmente vicini a noi?”.
Una situazione grave, che è precipitata in questi ultimi giorni: due giorni dopo la chiusura i dipendenti attenderanno una busta nella quale potrebbe essere segnato il loro destino. “Ci consegneranno una busta a ciascuno di noi e ognuno saprà se resterà a casa retribuito fino al 75esimo giorno di mobilità o essere spostato in altro punto vendita per poi essere licenziato”
Ragazzi, madri di famiglia dall’oggi al domani vedono la propria vita cambiare, rimanendo impotenti davanti all’evolversi dei fatti. “Siamo consapevoli di essere dei numeri ma vogliamo mantenere la nostra dignità. – proseguono – Ci sembra che non ci sia la volontà di risolvere il problema: possibile che un’azienda così grande ed importante non riesca a ricollocare 19 dipendenti (13 unità lavorative, considerando I molti part time) pronti ad accettare qualsiasi soluzione, anche di riduzione di orario?”.
Una vicenda però che trae origini diversi mesi orsono e che i dipendenti hanno vissuto come una lenta agonia. “Era logico che due punti vendita con lo stesso marchio non potessero avere vita lunga. Negli anni si è perso quasi il 70% di fatturato ma non per via della crisi ma di precise politiche”. Tante parole di rassicurazione nel corso degli anni ma i fatti poi si sono dimostrati diversi. “Le rassicurazioni davanti al prefetto se le è portate via il vento. Le promesse di non chiusura ma anzi di riqualificazione del punto vendita sono svanite dall’oggi al domani”. I sindacati hanno proposto all’azienda l’apertura volontaria di mobilità sulla rete Distribuzione Roma. Nei prossimi giorni si saprà se l’azienda accetterà tale proposta.