di Stefano Tienforti
Quattro ore fa un incendio è scoppiato all’interno della centrale elettrica di Civitavecchia. Immediatamente una fitta nube di fumo s’è alzata raggiungendo le località limitrofe, prime tra tutti Tarquinia Lido e Tarquinia, come le foto pubblicate anche da noi puntualmente testimoniano.
Pare l’origine dell’esplosione e del conseguente fumo sia dovuta ad un problema ad un trasformatore, con conseguente combustione di olio: quando arriveranno notizie che ci dicano con chiarezza cosa è accaduto? Quali sostanze erano contenute nel fitto nuvolone che ha coperto in breve la nostra Città? Cosa abbiamo respirato? Cosa dobbiamo fare?
Attendiamo con ansia le risposte per sapere, ad esempio, se qualche precauzione debba esser presa, oppure se oggi pomeriggio, venerdì caldo di fine agosto, possiamo tranquillamente andare al mare e far un bagno.
Quattro ore erano, probabilmente, più che sufficienti per tranquillizzarci, oppure per imporci le minime misure di sicurezza per la salute nel caso si trattasse di un problema più grave. Naturalmente, non è arrivato nulla di tutto ciò: ci aspettiamo a brevissimo notizie in tal senso, ci sono dovute – beninteso, non come stampa, ma come cittadini – così come ci aspettiamo vengano prese tutte le decisioni necessarie a far completa chiarezza su quanto avvenuto, sulle possibili ripercussioni sulla salute degli abitanti o sulla qualità delle coltivazioni nei terreni interessati dall’accaduto.
Da chi? Da chi, per legge, è chiamato alla responsabilità per la tutela della salute dei cittadini: il sindaco di Tarquinia.