Riceviamo e pubblichiamo
Martedì 7 ottobre presso i musei reali di arte e di storia di Bruxelles è stata inaugurata la mostra “Principi Immortali. Fasti dell’aristocrazia etrusca a Vulci”. Le ormai famose mani d’argento sono così approdate nel cuore dell’Europa per il semestre di presidenza italiana del Parlamento Europeo. Tra gli ospiti di eccezione sono intervenuti, oltre al sindaco Sergio Caci (per l’amministrazione comunale erano presenti anche gli assessori Sacconi e Mezzetti), l’ambasciatore d’Italia a Bruxelles Alfredo Bastianelli, l’assessore alla cultura della Regione Lazio Lidia Ravera, il direttore dell’accademia belgica Wouter Bracke, il Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo Silvia Costa, la rappresentante permanente dell’Unesco Marie Paule Roudil, il funzionario dell’ambasciata italiana in Belgio Angela Petitti e la Soprintendente per i beni archeologici dell’Etruria meridionale Alfonsina Russo. Hanno preso parte all’evento anche i vertici della Coldiretti di Viterbo, il presidente Pacifici e il direttore Renna e il presidente dell’Arsial Antonio Rosati.
«Ringrazio – ha esordito il sindaco Caci – in particolar modo l’ambasciatore d’Italia Bastianelli per il supporto che ha dato alla nostra iniziativa e l’assessore regionale Lidia Ravera per l’impegno profuso a sostenere gli sforzi dei comuni di Montalto e Canino che custodiscono il parco archeologico naturalistico di Vulci. Grazie anche ai dirigenti e dipendenti della società Mastarna e a tutti i collaboratori che vedo presenti in sala. Lasciatemi ringraziare per ultimo, ma non per importanza, il mio assessore alla cultura Eleonora Sacconi, che insieme alle donne e agli uomini della Soprintendenza ha saputo cogliere e ben divulgare la vera ricchezza dei nostri territori: l’arte, la cultura, i sapori e lo sviluppo del turismo”.
“Perché una mostra nel cuore d’Europa? Perché – ha aggiunto il primo Cittadino – proprio il cuore è il comune denominatore di questa giornata: il nostro batte per gli etruschi, quello dell’Europa per i popoli che l’hanno attraversata. La mostra vuole essere anche un riscatto della gente del nostro territorio. Per molti anni siamo stati dipinti come coloro che depredano le città e le necropoli etrusche. Oggi vi diamo evidenza che non è sempre vero. Il nostro impegno (nostro inteso come quello di tutti gli enti coinvolti) è volto alla scoperta per poi mettere a disposizione del grande pubblico tutti i ritrovamenti. Il patrimonio è comune, non personale: un messaggio che stiamo divulgando giorno dopo giorno con numerose iniziative. Sono particolarmente fiero anche del risultato raggiunto dopo anni di sacrifici: l’intero iter che percorre un reperto ritrovato a Vulci, si conclude sempre qui. A Vulci la cultura è a “km zero”. Infatti, grazie alle campagne di scavo, qui vengono scoperti importanti reperti, vengono analizzati e restaurati nel laboratorio di Montalto ed infine mostrati al grande pubblico nel Museo di Vulci, nel Museo di Canino e, a breve, in quello in via di realizzazione di Montalto di Castro. Anche le “Mani d’Argento” hanno fatto questo percorso e, sapientemente restaurate, si mostrano al pubblico in tutta la loro bellezza, insieme agli altri reperti. Appare non usuale, in un momento di crisi così dura per l’Europa, parlare di cultura e, sopratutto, investire risorse nel patrimonio culturale. Fortunatamente, sia l’UE che la Soprintendenza, la Regione Lazio e le amministrazioni comunali di Montalto e Canino, stanno credendo in questo tipo di programmazione e sono convinti che questa sia una delle poche strade che possa sollevare, risollevare, le sorti dell’economia italiana”.
“Sono certo – ha concluso il sindaco Caci – che i visitatori rimarranno piacevolmente stupiti dalla mostra. Sono certo, che l’energia investita in questi progetti sia di buon auspicio per il futuro: la cultura è il vero ministero dello sviluppo economico per l’Italia e l’Europa”.
Molte sono state inoltre le parole di stima espresse dall’assessore regionale Lidia Ravera per l’operato dell’amministrazione comunale nel campo della cultura e della promozione turistica: “C’è anche un valore aggiunto – ha spiegato Lidia Ravera – Questa mostra è anche un bell’esempio di politica culturale, una buona pratica: la collaborazione, efficace, appassionata, fra il molto piccolo e il molto grande. Per portare alla luce questo pezzo di storia hanno lavorato insieme comuni: come Montalto di Castro, come Canino, enti, come la Soprintendenza, ministeri, come il Mibac, che ha collaborato attraverso il suo istituto superiore per il restauro, accademie, come quella delle belle arti di Viterbo; assessorati, come quello che rappresento, alla cultura delle Regione Lazio, e, last but not least, l’unione europea, senza i cui fondi, i lavori di scavo di messa in sicurezza di valorizzazione non avrebbero potuto essere realizzati. Dal piccolo al grande, dal comune al continente, passando per la provincia e per la regione, dalla sovrintendenza al ministero… tutti hanno collaborato al raggiungimento di un obbiettivo comune: dissotterrare le vestigia di una civiltà sepolta, lavorare sulle nostre radici, mostrare al maggior numero possibile di persone quanto di prezioso è stato portato alla luce, e poi continuare a cercare. Perché sotto la nostra terra, nel nord della regione che comprende Roma, ci sono dei mondi da scoprire, da interpretare, da raccontare. E da condividere”.
Su questo evento ha puntato anche Alitalia che ha pubblicato uno speciale in onore della grande scoperta a Vulci, dedicando spazio sulla rivista “Ulisse” presente in tutta la flotta aerea della compagnia di bandiera.