Riceviamo dalla Provincia di Viterbo e pubblichiamo
Fare rete tra volontariato e Comuni per favorire le donazioni di midollo osseo e salvare quante più vite possibili. È con questo importantissimo obiettivo che stamattina si è svolto nella sede della Provincia di Viterbo un incontro al quale hanno partecipato i rappresentanti locali e regionali dell’Associazione donatori midollo osseo (Admo), il Presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli, i sindaci dei comuni della Tuscia e i rappresentanti dell’Associazione volontari italiani del sangue (Avis) e dell’Associazione italiana per la donazione degli organi (Aido).
Nel suo ruolo di casa dei Comuni, la Provincia di Viterbo si è infatti occupata di organizzare questo incontro per mettere in contatto l’Admo con gli Enti Locali del territorio. L’obiettivo è quello di avviare una collaborazione stabile e continuativa per far sì che ai giovani tra i 18 e i 35 anni della Provincia di Viterbo venga chiesto se vogliono diventare donatori di midollo osseo quando si presentano in Comune per richiedere o rinnovare la carta di identità. Una procedura, questa, che già esiste per quanto riguarda la donazione di organi e che Admo, Provincia di Viterbo e Comuni della Tuscia vogliono estendere anche al midollo osseo.
La collaborazione tra Admo ed Enti locali punta inoltre ad organizzare iniziative congiunte di sensibilizzazione alla donazione del midollo osseo a partire già dalle scuole perché, come ha sottolineato il Presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli, “bisogna favorire la cultura della donazione e della solidarietà”.
“La Provincia di Viterbo è disponibile a organizzare incontri e iniziative per supportare l’Admo e sensibilizzare i giovani alla donazione del midollo osseo – ha aggiunto il Presidente Romoli -. È necessaria un’educazione al volontariato perché non c’è modo migliore di sentirsi realizzati che donando la vita”.
“Ogni anno in Italia ci sono circa 2mila persone in attesa di trapianto – ha spiegato Giulio Corradi, Presidente di Admo Lazio –. Il nostro compito è quello di fare campagne di sensibilizzazione per portare i giovani dai 18 ai 35 anni a diventare in maniera consapevole donatori di midollo osseo. Così facendo si può davvero dare una speranza e salvare la vita a tutti quei pazienti che vivono nell’attesa di una chiamata vitale, nel vero senso della parola”.
Il Presidente di Admo Lazio, ha poi specificato che la donazione di midollo osseo non è minimamente invasiva e non comporta alcun rischio per la salute del donatore. “Per questo motivo invitiamo i giovani ad aderire al registro dei donatori, che al momento conta circa 450mila persone in tutta Italia: più quel registro cresce, maggiore è il numero di vite umane salvate”.
“Se tutti fossimo iscritti ai vari registri dei donatori, non ci sarebbero liste di attesa perché avremmo tutti la possibilità di ricevere un organo qualora ce ne fosse bisogno”, ha spiegato invece la Dottoressa Teresa Riccini del reparto di rianimazione dell’ospedale Belcolle di Viterbo, che da anni si occupa di donazione di organi. “Siamo disponibili come Asl per incontri nei territori dei vari comuni della provincia per sensibilizzare alla donazione”, ha aggiunto la Dottoressa Riccini.
L’obiettivo dell’incontro di questa mattina non è infatti solo quello di supportare l’attività di Admo. Il progetto punta a sensibilizzare i cittadini della Tuscia in merito anche alle donazioni di sangue e di organi. Ecco perché al tavolo che verrà realizzato con i Comuni del territorio parteciperanno anche l’Associazione volontari italiani del sangue, che nella Provincia di Viterbo vanta ben 65 sezioni, e l’Associazione italiana per la donazione degli organi (Aido).