Dopo la conferenza stampa di ieri pomeriggio, vediamo cosa prevede nel dettaglio il decreto liquidità annunciato dal premier Giuseppe Connte e dai ministri Gualtieri, Patuanelli e Azzolina. Una manovra che si fonda, in gran parte, sul concetto di garanzia pubblica per sbloccare liquidità nei confronti di imprese di varie dimensioni.
In particolare, è prevista una garanzia statale per 200 miliardi, che lo Stato stesso concede alle banche attraverso Sace – società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti – al momento in cui queste rilascino finanziamenti a imprese di ogni dimensione: una garanzia tra il 70% e il 90% dell’importo finanziato, in base delle dimensioni dell’impresa, subordinata a precise condizioni: la liquidità dovrà, infatti, essere destinata a sostenere spese ad attività produttive localizzate in Italia e all’impresa che la riceve è fatto divieto di distribuire dividendi per i successivi dodici mesi.
Vediamo nello specifico nello specifico come si definisce la percentuale di garanzia: 90% del finanziamento richiesto (e procedura semplificata per l’accesso alla garanzia) per le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro; 80% per quelle con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro che scende al 70% se il fatturato supera i 5 miliardi. In ogni caso, l’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda.
Passando, invece, alle Piccole e medie imprese – anche individuali o Partite Iva – il decreto prevedere di riservare 30 miliardi: l’accesso alla garanzia rilasciata anche in questo caso da Sace sarà subordinato alla condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia.
Per il quale il decreto dispone un ulteriore potenziamento per le Piccole e medie imprese, che saranno ammesse al Fondo con copertura al 100%, e senza procedura di valutazione. I finanziamenti avranno durata massima di 6 anni a favore di pmi e piccoli professionisti, per un importo massimo di 25.000 euro e comunque non superiore al 25% dei ricavi del beneficiario, con rimborso del capitale che non decorre prima di 18 mesi dall’erogazione del prestito.
Altra novità relativa al Fondo è che ora potrà concedere garanzie a titolo gratuito fino a un importo massimo di 5 milioni di euro anche alle imprese con numero di dipendenti inferiore a 499. La garanzia del fondo stesso è pari al 90% dell’importo. Infine, per le imprese con ricavi fino a 3,2 milioni di euro, la garanzia concessa dal Fondo al 90% può essere cumulata con un’altra garanzia di un terzo soggetto, per ottenere prestiti con una garanzia del 100% su finanziamenti di importo massimo di 800.000 euro (e comunque non superiori al 25% dei ricavi del beneficiario). Annunciate anche misure di semplificazione e snellimento delle procedure per accedervi.
Previste nel decreto anche misure di sostegno all’export, con un sistema di coassicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di Sace sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%.
Capitolo fisco: rinviati alcuni adempimenti fiscali e tributari da parte di lavoratori e imprese. Nel dettaglio, il provvedimento prevede la sospensione dei versamenti di Iva, ritenute e contributi (in caso di soggetti con calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia) per i mesi di aprile e maggio, in aggiunta a quelle già introdotte con il Cura Italia. Sono sospesi in ogni caso i versamenti per i soggetti che hanno iniziato ad operare dal 1° aprile 2019, mentre per i residenti delle province più colpite (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza) la sospensione del versamento IVA scatta in caso di calo del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni. La ripresa dei versamenti a giugno vedrà la possibilità di rateizzare in 5 rate. La sospensione delle ritenute d’acconto sui redditi da lavoro autonomo prevista dal decreto “Cura Italia” viene estesa anche alle scadenze di aprile e maggio.
I versamenti in scadenza il 20 marzo vengono prorogati al 16 aprile, mentre l’invio della Certificazione Unica è stata prorogata dal 31 marzo al 30 aprile. Il credito d’imposta al 50% previsto per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro viene allargato anche all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, mascherine e occhiali.