Riceviamo dalla Guardia di Finanza e pubblichiamo
I Finanzieri del Comando Provinciale di Viterbo hanno eseguito diversi controlli finalizzati a verificare la regolare percezione del Reddito di Cittadinanza, beneficio che, è bene ricordarlo, veniva riconosciuto ai nuclei familiari in possesso di particolari requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali.
Le indagini, implementate anche attraverso l’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo ed in costante collaborazione info-investigativa con l’I.N.P.S., hanno permesso di rilevare 165 posizioni irregolari, accertando complessivamente indebite percezioni per un importo totale di oltre € 1.174.000,00.
I beneficiari dichiaravano falsamente il possesso dei requisiti previsti dalla normativa in vigore omettendo informazioni obbligatorie in materia di redditi e patrimoni ovvero attestando di essere residenti nel territorio italiano da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in maniera continuativa dal momento della presentazione della domanda e per tutto il periodo di erogazione.
Alcune irregolarità sono state rilevate, inoltre, all’esito dei numerosi controlli eseguiti in materia di sommerso da lavoro che quotidianamente sono effettuati nella provincia.
I soggetti coinvolti, oltre ad essere stati denunciati all’Autorità Giudiziaria di Viterbo e Civitavecchia, sono stati segnalati all’I.N.P.S. per la restituzione delle somme indebitamente percepite oltre che per l’interruzione delle erogazioni in corso. Sono stati interrotti pagamenti futuri per oltre € 630.000,00.
L’azione del Corpo nello specifico comparto, testimonia il costante impegno profuso nel contrasto alle frodi in danno del bilancio pubblico ponendosi l’obiettivo di assicurare che i benefici concessi dallo Stato siano effettivamente destinati a favore di coloro che, in base alla normativa vigente, ne abbiano effettivamente diritto e concretamente bisogno.
La responsabilità degli indagati, tuttavia, sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.