Ci sono realtà, nel tessuto dell’ospitalità e del commercio, che, nate da un’intuizione, finiscono per segnare la storia di una comunità cittadina: diventano luoghi emblematici, punti di riferimento, icone che dai ricordi del passato arrivano a brillare anche nel presente.
Il Velcamare, a Tarquinia, ne è esattamente l’esempio: la storia di una famiglia che, anno dopo anno, si intreccia con quella della città, del suo costume, del suo stile di vita e dei suoi momenti di festa.
Era il 1956 quando Augusto Pompei – papà di Claudio – e suo fratello Gino rilevavano una vecchia tipografia in disuso in piazza Cavour, proprio di fronte a Palazzo Vitelleschi, scegliendo di trasformarla in una piccola trattoria. Solo quattro tavoli e un nome che era un’omaggio alla donna più iconica del passato etrusco tarquiniese, Velca, come la fanciulla di nome Velia dell’aristocratica famiglia degli Spurinna.
Nasce, quel giorno, una storia che vive di perseveranza e passione per la ristorazione: è la Tarquinia del boom economico e i quattro tavoli da cui si era partiti diventano, in poco tempo, duecento coperti, dietro la guida attenta di Augusto e di sua moglie Fulvia: il segreto del successo è nella qualità delle materie prime, ancora oggi peculiarità della cucina del Velcamare.
Nome, quest’ultimo, che appare nel 1968, quando viene inaugurato a Tarquinia Lido un ristorante che include anche un albergo: l’anno dopo, la struttura in paese viene ceduta e il percorso della famiglia Pompei continuerà a poche centinaia di metri dal mare.
Tra rinnovamenti, ampliamenti e novità, il Velcamare diventa, anno dopo anno, la struttura di via degli Argonauti che tutti a Tarquinia conoscono, per averci celebrato ricorrenze, momenti di emozione o semplici quanto preziosi attimi in famiglia, dalla sala alla veranda al giardino con la piscina che fa da cornice a pranzi e cene.
Il tutto mentre, tra sala e cucina, Claudio, la sua famiglia e tutto lo staff portano avanti quella filosofia che, quasi settanta anni fa, ha dato il via a una storia così intrecciata con le vicende della città: materie prime di qualità, fresche e possibilmente locali, cucinate con semplicità e un pizzico di fantasia e portate a tavola con il sorriso e la professionalità che chiunque abbia vissuto un esperienza ai tavoli del Velcamare ha saputo riconoscere.