(f.e.) Si sta disputando in questi giorni il Giro di Sicilia di ciclismo, dopo un’assenza dai calendari delle due ruote di ben quarantadue anni: un bel ritorno, insomma, per una competizione storica – è la gara a tappe più antica d’Italia, nata addirittura due anni prima del Giro d’Italia – che, come qualche attento tarquiniese ha notato, riporta nel suo albo d’oro il nome di un illustre ciclista etrusco.
Come fatto notare, tra gli altri, da Fabio Mariani, appassionatissimo tarquiniese delle due ruote, l’edizione del 1957 fa vinta da Alberto Emiliozzi: una vittoria ancora impressa nella mente di tanti tarquiniesi che riaffiora proprio in questi giorni.
A distanza di 62 anni proviamo a rivivere le emozioni di quel tempo attraverso il racconto, il ricordo e gli aneddoti di un suo grande amico, con il quale ha condiviso l’amore e la passione per la bicicletta: il presidente della Sezione Ciclismo Pietro Anzellini, che più volte negli anni, senza successo, ha chiesto di intitolare una via, precisamente la strada dell’Acquetta, proprio ad Alberto Emiliozzi.
Anzellini ripercorre le prime pedalate. “Eravamo appassionati di ciclismo ma non avevamo la bicicletta – ricorda – Alberto ne aveva trovata una e la teneva nascosta dal padre, che non voleva che lui corresse in bici. Ci allenavamo ripetendo il percorso della Traversa. Ricordo ancora quando fece la prima corsa in assoluto, a Sipicciano, si caricò la bicicletta senza dire nulla al padre, andò, vinse e tornò”.
Una carriera da dilettante stracolma di successi poi il passaggio al professionismo ed il trionfo al Giro di Sicilia. “Entrò nella Faema, squadra storica del ciclismo italiano, ed ebbe subito ottimi risultati. Io mi aspettavo che Alberto da un momento all’altro potesse vincere una grande corsa. Ricordo ancora la prima tappa del Giro di Sicilia dove demolì gli avversari con una fuga di 100 km. Non è che non lo lasciarono andare, non riuscirono a seguirlo. Noi eravamo incollati alla radio ed alla tv per tifare per lui”.
Il successo nella corsa poi il rientro trionfale nella sua Tarquinia. “Tarquinia dal museo fino al Comune era stracolma per applaudire il suo campione – ricorda con un filo di emozione – Ad accoglierlo il Sindaco Blasi ed un’intera città che si era emozionata per lui. Alberto in salita non lo teneva nessuno”. Appesa al chiodo la bici ha iniziato una splendida avventura da direttore sportivo, con 90 gare vinte in un anno. Alberto Emiliozzi è scomparso prematuramente nel 2006. “Alberto per noi era un perno, per gli amanti del ciclismo un mito. Spero di riuscire a fargli dedicare una via”.