“Il reale immaginato”, in mostra le opere di Valentina Vannicola presso il Palazzaccio di Tolfa

Riceviamo e pubblichiamo

In vista della chiusura de Il reale immaginato di Valentina Vannicola, esposta fino al 28 agosto al Palazzaccio di Tolfa (Roma) sono previste una serie di visite guidate e uno speciale evento serale per venerdì 23 agosto, accompagnato da ottima musica.

Dopo il successo e la conseguente proroga della mostra, continuano i sempre più ambiti tour nell’esposizione, molti dei quali vedranno nei prossimi giorni la presenza dell’autrice, che accompagnerà i visitatori in un percorso tra le sue opere installate sui tre piani dello storico palazzo.

Esponente della staged photography – la tendenza della fotografia contemporanea a presentare come reali scene costruite secondo le dinamiche proprie della cinematografia – Valentina Vannicola ha esposto i suoi progetti in diverse gallerie e festival in Italia e all’estero: Brasile, Australia, India, Cina, Germania, Quatar, Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Malta. Nella sua ricerca, riconducibile alla componente letteraria è l’input per avviare un processo inventivo libero, che prende forma in un bozzetto e si sviluppa poi in un complesso lavoro di produzione in cui l’autrice assume il ruolo di sceneggiatrice, costumista, regista.

La mostra di Valentina Vannicola, ideata per TolfArte 2024, si presenta come un percorso tra i suoi lavori, dalle opere iniziali sino alle più recenti committenze istituzionali; un itinerario che si enuncia attraverso la presenza di opere fotografiche, materiali di studio ed elementi di scena.

L’esposizione, ospitata nello storico Palazzo che si erge sulle pendici della suggestiva Rocca dei Frangipani, è introdotta nel chiostro del Palazzaccio da quattro grandi ritratti appartenenti ai lavori di Terra Cava, realizzato per il Gibellina PhotoRoad, e Ulisses, frutto di una committenza dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona e del Festival Todos. Prosegue con un focus su altri progetti, dove vengono messe in luce le costanti dell’opera dell’autrice: la messa in scena, il rapporto con il testo letterario e più in generale la narrazione, l’importanza della relazione con i luoghi e i loro abitanti. Infine, risalendo il Palazzo, si giunge al lavoro di traduzione in immagine della Divina Commedia di Dante Alighieri, progetto che ha visto il coinvolgimento della comunità di Tolfa ne L’Inferno di Dante (2011) e nella recente opera La Processione mistica, entrambi esposti ed entrati nelle Collezioni di Fotografia del MAXXI- Museo nazionale delle arti del XXI secolo e qui presentati insieme a disegni, abiti di scena, accessori e un video documentario.

La Processione mistica, presentata nell’allestimento insieme a quattro ritratti, una video installazione, disegni, materiali di lavoro, abiti, accessori e il documentario di Alessandro Toscano, si ispira alla processione descritta da Dante Alighieri nel XXIX Canto del Purgatorio. Al centro della foresta del Paradiso terrestre si dispiega un corteo di simboli: i sette candelabri, che segnano il passaggio dalla ragione alla luce della fede; i ventiquattro bianchi seniori; gli animali dell’Apocalisse, con le loro ali riveste di occhi; il grifone dorato, bianco e vermiglio, simbolo della natura terrena e divina di Cristo.  Questi elementi sono tradotti in un vero e proprio tableau vivant messo in scena nelle campagne di Tolfa con il coinvolgimento di 49 figuranti, tutti attori non professionisti scelti nella comunità locale, e di diverse maestranze come modellisti, sarte e artigiani. Prende così forma un racconto corale e immaginifico che sottolinea la dimensione partecipativa del lavoro di Vannicola e rivela quanto sfaccettata possa essere la ricerca sul paesaggio contemporaneo.


In una sala del Palazzo è proiettato il documentario Una processione mistica di Alessandro Toscano che svela tutte le fasi di produzione del progetto. Il lavoro di Toscano punta a registrare la costruzione e l’evolversi di un processo creativo che, come sempre nel lavoro della Vannicola, precede e struttura lo scatto fotografico. Il documentario restituisce la condizione di condivisione e partecipazione empatica della sua comunità, sollecita nel rispondere con entusiasmo e creatività all’immaginario che la Vannicola è capace di condividere in fase progettuale e di scatto.

Biografia

Valentina Vannicola, Roma 1982, si laurea con una tesi in Filmologia presso l’Università La Sapienza di Roma e successivamente si diploma alla Scuola Romana di Fotografia. La sua intera pratica artistica è riconducibile al genere della staged photography.

Il suo lavoro è stato esposto in diverse gallerie e Festival tra cui: Museo MAXXI, Roma; Museo MAAT, Lisbona; Casa Fiat de Cultura, Belo Horizonte; Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro; Galleria Reserva Cultural, Niteroi; Centro Cultural de Justiça Federal, Rio del Janeiro; Istituto Italiano di Cultura La Valletta, Malta; AuditoriumArte, Roma; Msheireb Museums, Doha, Qatar;  festival Todos con Istituto Italiano di Cultura di Lisbona; Festival Head On di Sydney; Festival Circulation(s), Parigi; IIC di Melbourne; Gallery Central di Perth, Australia; Photo Città della Pieve (PG) La Triennale di Milano; Palazzo Ducale di Genova; Espace André Malraux Herblay, Francia; Vision Lab/Triennale di Milano presso la Mediateca di S. Teresa, Milano; Arte Fiera Bologna; Vienna Fair; Il Bellaria Film Festival; Galleria Al Blu di Prussia, Napoli; Galleria Wuderkammern, Roma; Urban Center di Rovereto; Mia Art Fair; CiternaFotografia-Festival; Fotografia Festival, Museo MACRO Testaccio, Roma; Centro italiano della fotografia d’autore, Bibbiena; Auditorium Parco della Musica, Roma; s.t. Galleria, Roma.

Nel 2011 ha pubblicato con la casa editrice Postcard L’Inferno di Dante, curato da Benedetta Cestelli Guidi. Le sue opere hanno vinto diversi premi e riconoscimenti, sono presenti in collezioni pubbliche e private.