Riceviamo dal Movimento No coke Alto Lazio e pubblichiamo
Credere in un paese libero dalle servitù, un paese dove gli interessi economici di pochi non prevalgono sul benessere della popolazione, è ciò che tiene insieme tante persone e le fa sperare nel futuro.
Marzia Marzoli, nell’accettare l’incarico da assessore con la giunta Giulivi, si era messa in gioco con la speranza autentica di portare risultati concreti nella difesa del nostro territorio. Ciò in virtù di un atteggiamento apparentemente nuovo dell’attuale Sindaco, circa il contrasto delle nuove aggressioni al territorio, nonostante il rischio di veder frustrata questa speranza.
Purtroppo la rottura si è consumata in breve tempo, perché la Giunta si è espressa a favore dell’assurda riattivazione dell’illegittimo Consorzio per la gestione dell’Osservatorio Ambientale: questo, Marzia non poteva accettarlo. La lunga battaglia per l’istituzione dell’Osservatorio Ambientale Regionale di TVN (regionale, non locale) appartiene al Movimento No Coke, con la diffida presentata al Ministero dell’Ambiente più di un decennio fa. Ministero che nel 2009 fu costretto a chiarire ai Sindaci locali, che avevano già attivato il Consorzio per la gestione dell’Osservatorio Ambientale, che le attività in carico all’Osservatorio -di cui al decreto VIA- erano solo quelle validate dai rappresentanti della Regione Lazio, della Provincia di Roma, dei Comuni interessati, della ASL, dell’ARPA, del Ministero della Salute, del Ministero dell’Ambiente, oltre ad altri eventuali enti nazionali di rilevanza scientifica ed enti di ricerca pubblici e privati, e che dette attività non potevano essere finanziate da Enel, l’inquinatore.
L’unico Osservatorio ufficiale è, quindi, quello costituito nel 2010 con Determinazione B1757/2010 della Regione Lazio, in cui dovevano essere presenti i comuni di Civitavecchia, Tarquinia, Allumiere, Tolfa, Santa Marinella, Cerveteri e Ladispoli. Tra questi però, hanno aderito formalmente solo Allumiere, Cerveteri e Ladispoli, che hanno partecipato con figure di spicco del Movimento, quali Mauro Mocci, Gianni Ghirga e, successivamente, Simona Ricotti.
Purtroppo questo Osservatorio Ambientale della Regione Lazio è stato lasciato da sempre con fondi scarsissimi, assolutamente insufficienti a compiere le sue attività. Quindi la valutazione delle ricadute della centrale a carbone, sull’ambiente e sulla salute della popolazione attraverso l’analisi dei livelli complessivi degli inquinanti, è stata gravemente impedita, per la gioia degli inquinatori.
In questa fase storica, con l’Europa che accelera il processo di decarbonizzazione, si vorrebbe ancora disseminare il nostro territorio con nuove centrali, stavolta Turbogas: i nostri Comuni hanno l’obbligo morale di liquidare definitivamente quel Consorzio per la gestione dell’Osservatorio. Abbiamo tristemente visto come quel Consorzio locale abbia funzionato principalmente come alibi per ENEL, che per suo tramite ha “dimostrato” la sua condotta “ambientalmente corretta”.
Mancano tre anni e mezzo allo spegnimento della velenosa centrale a carbone: riesumare adesso il carrozzone del Consorzio significa, per il Comune di Tarquinia e per gli altri che fanno parte del Consorzio, due cose: 1) essersi rassegnati (o addirittura, sperare) che la centrale di TVN sia riconvertita a gas, anziché essere dismessa, e quindi continui a inquinarci per i prossimi trent’anni; 2) continuare a cercare l’elemosina del milione di euro all’anno, elargita da Enel perché il Consorzio finga di “osservare”; un’assurda macchina finalizzata unicamente a spendere quel milione all’anno, togliendo la gestione delle centraline all’ARPA per riportarla a casa.
Non siamo stupiti da questa volontà: è la politica scorretta e predatoria a cui vorrebbero ci abituassimo, quella di chi non ha mai avuto il coraggio prima e la tenacia poi, di combattere veramente per la propria terra. In questi mesi abbiamo letto fiumi di parole, attacchi indegni, siparietti montati ad hoc per strappare qualche consenso, pretesti per perseguire i propri fini politici. La storia di Marzia, da poco ex assessore però, è nota tutti: la sua perseveranza nella difesa dell’ambiente e del suo territorio è tra le virtù su cui si basa la stima che si è guadagnata, tra i concittadini e non solo. La coerenza della sua condotta è un esempio di grande valore, anche per i giovani: non dobbiamo rinunciare alla speranza, testimonianze come la sua sono ossigeno, per una comunità che subisce imposizioni deleterie.
La credibilità si conquista sul campo, non mollando mai, tenendo vigile l’attenzione, collaborando con chi mette a disposizione la propria esperienza e competenza, azioni che Marzia ha sempre compiuto, anche quando, come in questo caso, era difficile ed impopolare.