La curiosità, si sa, non ci manca: ancor di più se a sollecitarcela è un lettore. Ancor di più se lascia intendere storie tra il misterioso ed il surreale. E così, su sollecitazione di uno dei Facebook fan de L’extra, siamo andati ad indagare sulla presunta apparizione spettrale fotografata nel corso di una serata musicale al palazzo comunale e segnalataci, appunto, dall’attento lettore.
Sulla sinistra della foto, nella porta che collega la sala consigliare alla sala giunta, appare si nota quella che, secondo l’autore della segnalazione, è una figura in piedi. Postata su Facebook, la cosa ha subito attratto l’attenzione dei concittadini, pronti a suggerire varie soluzioni: chi parla di un riflesso, chi di materiale di vario tipo all’interno della stanza.
E così, attratti da una storia curiosa e perfetta per i giorni di relax estivo, ci siamo fatti un giro in comune nelle inediti vesti di “investigatori dell’occulto”. Il risultato? All’interno della sala giunta, di fronte a quella porta, non risulta esserci nulla, ma nulla può smentire in qualche maniera la possibilità che si tratti di un riflesso.
Parlando con dipendenti e frequentatori del palazzo, però, qualche indizio curioso – perfetto a alimentare il fascino della storia di fantasmi – lo abbiamo trovato. In molti, ad esempio, raccontano di aver avvertito, negli anni, sensazioni strane, localizzate soprattutto negli uffici attorno alla sala consiliare e quella degli Affreschi, che pare – lo abbiamo scoperto dopo e tra poco lo racconteremo – essere al centro di questa curiosa vicenda. Rumori, carte che cadono in assenza di vento, improvvise sensazioni di freddo e la strana ed inquietante percezione di una presenza: nulla di particolarmente probante, soprattutto in un palazzo dall’imponente passato storico, ma una serie di aneddoti da aggiungere ai tanti già noti sui presunti fantasmi tarquiniesi.
Se non che, letto il post su Facebook, ad alimentare il fascino della vicenda ha pensato Anna Alfieri, preziosa fonte di storie cittadine più o meno note, che ha subito provato ad immaginare un nome ed un volto alla ipotetica, sinistra presenza. E quel che ne è venuto a galla è il ricordo triste di Giulio Martellacci, un “promettente giovinetto di intelligenza chiara e speciale” – così lo descrivono le cronache cittadine del tempo, cioè del ‘500 circa – per il quale la città di Corneto aveva predisposto 45 scudi perché gli venissero pagati gli studi. Un giovane, insomma, su cui la città aveva riposto – ed investito – le proprie speranze, colpito però dal più becero dei destini: ammalatosi e scomparso in tempi drammaticamente brevi, tradì suo malgrado quelle aspettative. E la municipalità decise di deliberare che la somma raccolta ed a lui destinata venisse usata per finanziare in parte l’esecuzione degli affreschi che rendono incantevole la sala comunale che proprio da quelle pitture prende il nome.
Sarebbe il giovane Martellacci, insomma, la presenza che condivide con dipendenti, amministratori e visitatori le stanze del palazzo comunale, probabilmente dannato all’amarezza per il triste destino. Chissà che non sia lui, da dietro la vetrata, ad ammirare il concerto immortalato nella foto qui affianco.