Riceviamo e pubblichiamo
Qui oltre all’annoso problema dell’infestazione del cinipide del castagno (la dannosa e ed invasiva vespa cinese che ha fatto la sua comparsa nella Tuscia nel 2004) si è aggiunto l’uso indiscriminato e diffuso di insetticidi di sintesi per combattere la presenza dello stesso insetto nocivo. Per questo il M5S Lazio, tramite la consigliera regionale Silvia Blasi, si è fatto portavoce della questione in Regione e ha presentato un’interrogazione all’assessore all’agricoltura Sonia Ricci. L’intento è quello di far emergere una situazione di palese contrasto tra la lotta biologica, unico mezzo efficace per ripristinare gli equilibri dell’ecosistema castagno, e l’uso non adeguatamente regolamentato di insetticidi da parte di numerosi agricoltori della zona che, di fatto, rendono vano qualsiasi lancio dell’insetto antagonista del cinipide (il Torymus sinesis).
Nell’interrogazione il Movimento 5 Stelle Lazio chiede inoltre conto degli oltre 400.000 euro finora spesi dalla Regione tramite convenzioni con l’Università della Tuscia e di Torino per la moltiplicazione e l’insediamento del T. sinesis nel centro ARSIAL di Caprarola. Infatti, a fronte dell’ingente spesa, non si spiega come mai molti castanicoltori siano costretti a comprare l’insetto fuori dalla Regione Lazio.
Il grido di allarme proviene da numerosi agricoltori della zona che vedono sfumare da tempo la raccolta di un prodotto pregiato ed osservano impotenti il progressivo deperimento dei castagneti, vera risorsa economica del comprensorio. Inoltre, come denuncia il M5S di Canepina, la popolazione inizia a preoccuparsi seriamente della diffusa contaminazione ambientale legata all’uso indiscriminato di sostanze di sintesi che possono compromettere le stesse falde acquifere senza che nessuno si adoperi per effettuare controlli e il rispetto della normativa di riferimento.