La Rete ha una sua logica. Bisogna frequentarla con un’idea precisa, non si può navigare a caso, c’èil rischio di perdersi in qualche vicolo senza uscita, e non ci divertiamo nemmeno. Bisogna cercare qualcosa di preciso, qualcosa che ci serve, per lavoro o per soddisfare qualche curiosità… già, perché la curiosità è essenziale. Ma poi la Rete impone la sua logica, e partiti per una meta precvisa, finirà sempre per condurci in qualche stradina, qualche vicoletto sconosciuto, fra ombre intriganti, paurose o allettanti. Questa volta la deviazione era inevitabile, scontata… dai cani ai gatti, a uno sconosciuto (per me) gatto dagli occhi tondi. Ma anche qui era inevitabile qualche strascico, ad esempio con questo blog pieno di cose divertenti, che, oltre a presentare il cane più grande secondo il Guinness, ci presenta un’incredibile serie di cani enormi. E ancora la Rete prende il sopravvento, perché, anche se non c’entra niente, non resisto alla tentazione di presentarvi una mucca.
Chilli, qui con Naomi Clerke, si trova nel Ferne Animal Sanctuary, Chard, Somerset, ed è cresciuta naturalmente, non è frutto di qualche esperimento. Pesa più di una tonnellata, ma deve ancoar crescere, così per ora il bovino più grande è The Field Marshall, anche lui in crescita, che vediamo qui con il suio allevatore Arthur Duckett ad Alston (Burnham-on-sea, Somerset).
Ma dicono che il bovino più grande del mondo sia Fiorino e che v iva proprio in Italia. Se qualcuno sa dove si trovi, e se ha una sua foto, vorrei essere informato, per poterlo inserire in questo bolg.
Così i bovini, grazie alla Rete, ci hanno fatto dimenticare il gatto con gli occhi tondi. Finalmente eccolo.
Manul è il suo nome in mongolo e in russo, ma ha molti nomi, perché viene ricordato anche come Otocolobus Manul, come il Gatto di Pallas, dal nome del primo che lo descrisse, il naturalista PyotrSimon Pallas (1741-1811), come Gatto delle Steppe o Gatto delle Rocce. Infatti è bravissimo ad arrampicarsi e a trovare rifugio in qualche fessura della roccia.
Vive al centro della Momgolia, ma è stato trovato in varie zone dell’Asia Centrale, in Afghanistan (speriamo si nasconda bene in qualche grotta inaccessibile alle guerre di noi umani) e da poco nella varietà di colore rossiccio, anche in Iran. Purtroppo è cacciato per la sua bella pelliccia, che gli permette di sopportare temperature freddissime.
Manul reischia l’estinzione, così diversi zoo ne tengono esemplari perché possa sopravvivere. Vi sono anche progetti perché possa sopravvivere in libertà, quindi nei suoi preferiti ambienti naturali,senza doverli ricostruire negli zoo.