Riceviamo da Chiara Rinaldini e pubblichiamo
Nell’ambito dell’incontro pubblico tenutosi il 29 Maggio, presso Hotel Torre del Sole, Marina Velca, dal titolo “I tesori ambientali ed ecologici di Tarquinia, tra storia, conservazione, valorizzazione e sviluppo ecosostenibile”, il professor Giuseppe Nascetti ha evidenziato con passione l’importanza storica e culturale di Tarquinia, una delle prime sedi degli Etruschi. Nascetti ha sottolineato l’inestimabile valore di questa area, ma ha anche voluto porre l’attenzione su un altro tesoro: le saline di Tarquinia, dove l’Università della Tuscia ha svolto un lavoro straordinario negli ultimi trent’anni.
Presso il Centro Ittiogenico delle Saline (CISMAR), l’università ha realizzato numerosi progetti per la tutela della biodiversità. Grazie ai finanziamenti di enti regionali, nazionali ed europei, sono stati portati avanti programmi come il progetto LIFE09NAT/IT/000176 Poseidone e il programma PO-FEAMP 2014-2020. Questi progetti hanno l’obiettivo di proteggere gli habitat costieri e combattere la pesca illegale. Per esempio, sono state installate strutture antistrascico lungo il limite inferiore delle praterie di Posidonia e speciali strutture subacquee chiamate REEF-BALL che fungono da barriere artificiali e habitat per la fauna marina.
Dal 2010, il CISMAR si occupa del recupero delle specie marine minacciate dall’azione umana. Attraverso questo progetto, migliaia di giovani astici vengono allevati e poi rilasciati per ripopolare le aree limitrofe. Questi astici vengono allevati da madri catturate nelle stesse zone di rilascio, garantendo così la compatibilità ecologica e genetica con i popolamenti locali. Il processo di allevamento, frutto di anni di ricerca, permette di ottenere esemplari sani e identificabili grazie allo studio del loro DNA.
Un altro punto cruciale dell’intervento del Professor Nascetti ha riguardato il problema degli scarichi illegali nel fiume Marta. Questo fiume, ricco di biodiversità, sta subendo un depauperamento delle risorse biologiche a causa dell’impatto antropogenico. Per Nascetti è urgente affrontare questo problema per proteggere l’ecosistema fluviale. Nel frattempo, nuove strutture per la ricerca sono quasi completate presso il CISMAR, e queste infrastrutture potenzieranno ulteriormente le capacità di ricerca del centro. Questo rafforzerà il ruolo delle saline di Tarquinia come avamposto scientifico per la tutela della biodiversità.
Il professor Nascetti, ha però anche espresso profonda preoccupazione di fronte alla triste situazione che affligge il borgo da ormai tre anni. Nonostante gli sforzi profusi per imprimere una positiva trasformazione del borgo, quest’ultimo è da tempo chiuso al pubblico e rischia un’ulteriore degrado,
Il professore ha infine indicato la possibilità di una rinascita per il borgo attraverso la sua riapertura al pubblico, l’attivo coinvolgimento del Comune e della comunità locale, e ha sottolineato l’impegno dell’Università alla rigenerazione del borgo. Tra le varie proposte, anche quella di istituire alloggi studenteschi universitari, non solo per stimolare l’economia locale di Tarquinia, ma anche per riconoscere valore aggiunto a un luogo così prezioso dal punto di vista naturalistico, culturale ed economico.
Nascetti ha concluso auspicando una politica mirata alla sostenibilità ambientale. Si tratta di un impegno fondamentale non solo per il benessere della comunità locale ma anche per l’equilibrio ambientale a livello nazionale e mondiale. Le saline di Tarquinia non sono solo un luogo di straordinaria bellezza naturale, ma rappresentano anche un esempio concreto di come l’impegno scientifico e la cooperazione internazionale possano fare la differenza nella conservazione della biodiversità e nella promozione della sostenibilità ambientale. Questi sforzi contribuiscono significativamente a migliorare l’ecosistema, e promuovono una maggiore consapevolezza verso la tutela ambientale.