Riceviamo e pubblichiamo
Basta, però, che il Ciambellano, per primo, dichiari di non aver mai visto niente di simile ed il gioco è fatto! Tutti i cortigiani incominciano a lodare le stoffe, e lo stesso re ordina per un’importante cerimonia pubblica un abito tessuto con quelle meraviglie.
La parata inizia, il re naturalmente è in mutande, ma nessuno della folla osa vedere la verità, solo un piccolo bambino, privo di pregiudizi e di conformismo, urla con tutto il suo stupore di fronte all’abbigliamento del sovrano: il re è nudo!”.
Nonostante le parole genericamente vuote che il Sindaco di Tarquinia ha provato a spacciare per verità nel suo comunicato dell’8 agosto, ancora una volta bastano i fatti a confutarle. E i fatti ci raccontano che l’autostrada non è stata una benedizione per Tarquinia bensì una vera e propria sventura.
Il 10 agosto, a seguito delle piogge, l’ormai unica entrata per accedere a Tarquinia (quella della Vecchia Aurelia ora è chiusa da un guard rail) era impraticabile, a meno di non possedere un natante . La Litoranea, una strada appena “riqualificata” dalla Sat, identificata come alternativa per chi non ha immediato accesso all’autostrada e per i mezzi agricoli che non possono transitarvi, nelle ore successive al temporale era una vera e propria pozza e le acque piovane tutt’altro che defluite.
Tarquinia è stata colpita da una vera e propria calamità: l’incapacità. La Sat si è dimostrata incapace di fare strade, le autorità competenti incapaci di far in modo che i lavori venissero portati avanti a regola d’arte, il Sindaco di Tarquinia di difendere Tarquinia.
Se il Sindaco si è adoperato come dice per tutelare la cittadinanza c’è da prendere atto che il suo operato non è stato sufficiente, non ce ne siamo accorti mentre ci accorgiamo invece delle sue conseguenze negative. Se è davvero è intenzionato a chiedere i danni l’elenco è davvero lungo e probabilmente nei prossimi anni emergerà molto altro, e se fossimo in un paese dove le responsabilità si pagano tanti di questi danni sarebbero imputabili anche al nostro Sindaco in persona che, quando era ancora in tempo per limitarli, ha scelto di ignorare le osservazioni a questo progetto carente e dannoso, presentate nel 2011 anche al Comune di Tarquinia dall’allora consigliere comunale Marco Tosoni. Quelle osservazioni contenevano tutto quello per cui oggi ci stiamo ancora preoccupando e battendo, il ponte sul fiume Mignone (non serve d’oro ma nemmeno provvisorio!) e le altre complanari mancanti.
Era stato chiesto di elaborare un piano della mobilità e un piano generale del traffico alternativo all’autostrada, visto che questa andava a sostituire la Statale Aurelia con soli 3 svincoli a fronte di circa 55 incroci a raso. Oggi, visto quanto successo ieri sulla rampa d’accesso e sulla Litoranea, il Sindaco chiede all’Ardis di verificare se SAT abbia o no eseguito in modo corretto le opere idrauliche lungo tutto il tratto autostradale, facendo finta di non sapere che tutto era già nelle relazioni tecniche del progetto esecutivo che evidentemente neanche il Sindaco aveva mai chiesto copia.
Il tempo delle valutazioni è passato da anni e nulla è stato fatto quando era il momento, per questo la situazione attuale è quella che tutti possono vedere, senza controllo. E’ stato invece detto di tutto per convincere la cittadinanza che l’autostrada fosse una stoffa pregiata con la quale Tarquinia sarebbe stata vestita a festa ed ora purtroppo Tarquinia si è accorta, passateci il termine, di “essere in mutande”. Il re è nudo.
Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia