Il comune di San Martino Valle Caudina ricorda il bombardiere americano caduto nel 1944: uno dei ritrovamenti dell’associazione Salerno 1943

Un bombardiere B24 Liberator

di Matteo Pierro

Il 20 giugno del 1944 la guerra era oramai lontana dalla Campania ma essa continuava a mietere vittime. Gli abitanti di San Martino Valle Caudina, un piccolo centro alle falde del massiccio del Partenio, udirono una forte esplosione provenire dalla montagna che sovrasta il paese. Quanti accorsero per primi si trovarono di fronte a uno spettacolo straziante. Fra le lamiere contorte di un aereo statunitense giacevano i poveri resti di 11 vittime.

Chi erano questi sfortunati aviatori e cosa ne provocò la morte? Per tanti anni la loro storia è rimasta avvolta indistintamente nelle pieghe dei racconti popolari fino a quando, nel 2014, Gianni Raviele, che fu testimone dell’accaduto, interessò di questa vicenda l’associazione Salerno 1943. Il sodalizio che si occupa di recuperare la memoria storica degli eventi della seconda guerra mondiale verificatisi in Campania e nelle regioni limitrofe si mise in contatto con Francesco Capuano e Raffaele D’Agostino esperti conoscitori dei luoghi. Grazie all’aiuto di Raffaele vennero recuperati alcuni frammenti del velivolo i quali, recando il prefisso 32, permisero di capire che si trattava di un bombardiere B-24 Liberator.

Cosa ne provocò la caduta? I documenti pazientemente rintracciati da Raffaele hanno fatto luce sulla vicenda. Il bombardiere matricola 42-78263 era decollato nel pomeriggio del 20 giugno 1944 per un volo di trasferimento dall’aeroporto di Pomigliano D’Arco a quello di Pantanella nei pressi di Canosa, in Puglia. Non si trattava di una missione di guerra ma quel viaggio si rivelò più tragico di una delle tanti azioni belliche alle quali gli uomini a bordo avevano partecipato.

Il velivolo, appartenente alla 15th Air Force, 465 Bomber Group, 782nd Bomber Squadron, era pilotato dal capitano Eugene J. C. O’Neill. La rotta prevedeva l’attraversamento della dorsale appenninica. O’Neill evidentemente contava di superare il massiccio del Partenio scavalcandolo sul versante nord dove le vette sono più basse per poi dirigersi verso la Puglia. Evidentemente una leggera variazione di rotta spinse l’aereo più a sud dove le cime del massiccio sfiorano i 1600 metri. Complice anche la presenza di nubi basse, il pilota non si rese conto che si stava dirigendo contro la vetta dei monti di Avella. Inoltre, dal rapporto stilato dal War Department si evince che i motori 3 e 4 ebbero dei problemi. Questo disguido probabilmente non permise al pilota di raggiungere una quota maggiore. Ad ogni modo l’aereo si schiantò a pochi metri dalla vetta. Per gli 11 uomini dell’equipaggio non ci fu scampo.

Ecco i loro nomi: Eugene C. O’Neill, Harry W. Gaffga, William D. Trevaskiss, James D. Riley,, Theodore E. Davis, Lawrence J. Ryan, Kenneth I. Kopp, Donald M. McGrew, George F. Bullock, Sanford N. Meadows, Homer P. Darbyshire Jr. Le salme degli sfortunati aviatori vennero interrate nel cimitero militare americano di Napoli. Nel dopoguerra furono traslate negli Stati Uniti nei cimiteri delle loro città d’origine.

L’amministrazione comunale di San Martino, dimostrando una non comune sensibilità d’animo, ha ritenuto opportuno ricordare questo luttuoso evento giovedì 5 agosto alle ore 18.30 con una conferenza che si terrà presso l’aula comunale alla quale interverranno l’assessore alla cultura Pino Mauriello, l’associazione Salerno 1943, Davide Urciuolo, Massimo Palumbo e Grazia Matera. Nella serata verrà inaugurata nel Parco Urbano di San Martino la scultura commemorativa dell’evento realizzata da Antonio Cavaiuolo. In montagna verrà poi collocato un cippo a ricordo della sciagura.

Matteo Pierro

SCHEDA ASSOCIAZIONE SALERNO 1943

L’Associazione SALERNO 1943 è nata nel 2007 da un gruppo di amici appassionati di storia locale. Essa non ha finalità di lucro, è apolitica, apartitica e ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie tra i popoli. Gli scopi statutari sono la raccolta, la catalogazione, la conservazione, il restauro e la condivisione di tutto il materiale bellico e non, inerente al secondo conflitto mondiale, che ebbe come scenario non solo Salerno e la sua provincia ma anche la Campania e le regioni limitrofe. Lungi dal desidero di esaltare la guerra, SALERNO 1943 intende far conoscere alle nuove generazioni che la guerra significa dolore e morte. I volontari sperano, ricostruendo le storie di tante giovani vite spezzate dalla guerra, di perpetuare la memoria delle vittime e ricordare alle nuove generazioni quegli infausti anni affinché simili eventi non abbiano a ripetersi.

Nel corso degli anni il materiale recuperato dai volontari è stato esposto presso enti, istituzioni, scuole ed altri luoghi pubblici. In ogni occasione sia la preparazione che la visita delle esposizioni sono state totalmente gratuite. Migliaia di persone, fra le quali numerose scolaresche, hanno visitato gli allestimenti esprimendo il loro apprezzamento per il lavoro svolto e restando notevolmente impressionate dai cimeli esposti. Una parte degli oggetti recuperati e delle storie ricostruite sono visionabili presso la Cappella di San Ludovico nell’Archivio di Stato di Salerno in largo Abate Conforti.

Salerno 1943 collabora ed è il referente per il l’Italia del Sud con i ministeri della Difesa degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Germania per la ricerca dei militari ancora dispersi. Finora SALERNO 1943 ha ricostruito le storie di centinaia di militari, ha identificato i crash site di circa 40 aerei ed ha ritrovato i resti di 8 soldati. Si tratta di 3 tedeschi (Alois Hayer, Wilhelm Hescnauer e Walter Prochel), 4 inglesi (Ronald George Blackham, Raymond Frederick Rose e due ancora ignoti) e 1 statunitense (Dewey Leroy Gossett).

L’Associazione si occupa anche della conservazione dei cimeli ritrovati sul campo di battaglia dell’Operazione Avalanche. Nella maggioranza di tali ritrovamenti è impossibile risalire a chi fosse il proprietario dell’oggetto. A volte però, un nome scritto a mano sul cimelio recuperato oppure un numero di matricola permettono di associare l’oggetto ad una persona specifica e consentono quindi di ricostruirne in maniera completa o parziale la sua storia. Spesso la fine di queste vicende è tragica, altre volte no. In alcune occasioni i volontari hanno avuto la soddisfazione di riuscire a far pervenire gli oggetti ritrovati ai loro vecchi proprietari o ai loro familiari.

Per ogni richiesta di collaborazione si può scrivere a redazione@1943salerno.it oppure chiamare a uno dei seguenti numeri: 392\9067646, 327\4075596, 347\5178529. La sede legale è a Salerno in via Marino Paglia, 14. Il sito di riferimento dell’Associazione è www.1943salerno.it . Facebook: ASSOCIAZIONE SALERNO 1943 (AIR FINDERS)