Il Comitato tra soddisfazioni, delusioni e rimpianti: “L’Ospedale è un patrimonio di questa città a cui la comunità tiene fortemente”

(s.t.) Un incontro di gruppo, un’inedita “intervista collettiva” per celebrare il Personaggio dell’anno secondo i lettori de lextra.news: a spuntarla nel sondaggio è stato il Comitato “Insieme per l’Ospedale di Tarquinia” e la chiacchierata di gruppo è stato un continuo sorgere di stimoli e parole, quasi difficili da riassumere in un unico articolo.

Partendo dalle emozioni, dai ricordi di questo primo anno di attività comune. Quale il più intenso? “Forse la prima assemblea – dicono alcuni – la prima volta che ci siamo visti tutti assieme”. “Oppure la prima manifestazione – fanno eco altri – quando ci siamo ritrovati con tanti cittadini sotto al palazzo comunale per raggiungere l’ospedale. Avevamo una tale attesa per capire quante persona avrebbero potuto esserci e siamo stati due volte sorpresi: prima di tutto per la tanta presenza di cittadini che trasmetteva una grande energia e un gran coinvolgimento emotivo, poi per la compostezza che hanno dimostrato”.

“Del Comitato proprio questo mi è sempre piaciuto – spiega una delle presenti – il riuscire a fare protesta senza mai ricorrere all’aggressività, sempre misurandosi su nuove sfide, lavorando su eventi importanti e molto impegnativi dal punto di vista dell’organizzazione: momenti che hanno raccolto il consenso delle persone che, in questi mesi, ci hanno manifestato il loro gradimento, anche nel “piccolo” di questo sondaggio”.

“E in effetti un piacevole segnale del successo dell’opera del Comitato è che in molti, in giro, ci fermano per chiederci del futuro dell’Ospedale: le iniziative pubbliche hanno coinvolto i cittadini che hanno apprezzato l’opportunità di poter contribuire in difesa di una causa a cui tengono molto. Lo capiamo quando ci ringraziano, incontrandoci in città o quando facciamo volantinaggio: un’energia positiva che è davvero emozionante”.

“Questi mesi e i risultati delle manifestazioni, della petizione, ma anche del sondaggio mostrano un’evidenza: l’Ospedale è un patrimonio di questa città a cui la comunità tiene fortemente. Un insieme di cittadini che a volte ha subito di tutto, anche con colpevole mancanza di aggregazione sociale, che trova compattezza in difesa di una struttura che sente sua e di cui sente la necessità. E forse il nostro errore, il più grande rimpianto, è di essere partiti tardi, di non essere partiti prima: un errore che ci è costato vederci sfilare pediatria e ginecologia. Uno sbaglio che non voglia commettere di nuovo”.

Un risultato grande, soprattutto dal punto di vista della risposta collettiva. “Ma una cosa deve essere chiara: i risultati delle manifestazioni, questo coinvolgimento delle persone, non è merito nostro, ma è il risultato di tutti i cittadini che hanno partecipato. Questa deve essere la nostra forza e la nostra responsabilità: non disperdere un simile patrimonio. Continuare a vivere questo senso di condivisione creatosi realizzando striscioni o farfalle di carta. Continuando a lavora come sino ad ora, perché questi risultati significano anche responsabilità: se non dovessimo vincere questa battaglia in difesa dell’ospedale, ci chiederemo: cosa potevamo fare di più e meglio?”

Ma se sin qui abbiamo parlato di risultati e soddisfazioni, è evidente che non siano mancate delusioni. “Certo che ce ne sono state, tante. Ma mai dalla gente. Arrivano più dalla politica, e intendiamo tutta la politica, che si è spesso disinteressata. Poi la mancanza quasi totale di risposte, che fa pensare ci sia – a ogni livello – quasi un fastidio in questa nostra connessione con i cittadini. Ecco: questa sensazione che abbiamo, di “dare fastidio”, è qualcosa che ci spiace molto”.

“Anche perché, e lo ribadiamo da sempre, questo Comitato nasce e vive dell’impegno di persone di diverse sensibilità e provenienze politiche. E questo le persone ce lo hanno riconosciuto, altrimenti non ci avrebbero supportato come hanno fatto e stanno facendo. Anzi, ci teniamo a chiarirlo sin da ora, perché ne abbiamo già parlato in riunione. Anche se nei prossimi mesi proveranno a tirarci per la giacchetta, in vista delle elezioni saremo assolutamente neutrali ed estranei a ogni richiesta. Perché, come diciamo dal primo giorno, la salute non ha colore”.

Se non dalle elezioni, quindi, da cosa il Comitato può aspettarsi qualcosa dal 2024. Che progetti e speranze ha?

“A questo 2024 cosa chiediamo? Intanto che Medicina resti in vita, già che un buon primario andrà in pensione. E in generale che si fermi l’emorragia. Che si recuperi ortopedia. Che il Pronto soccorso rimanga tale, con la P maiuscola. In sostanza, non vogliamo che Tarquinia sia una succursale di Belcolle, sia per le carriere dei medici che per i servizi offerti: a tal proposito, vogliamo capire, oltre agli interventi strutturali, quali sono le prospettive di questa struttura in termini di ricchezza del personale”.

“In realtà è da mesi che facciamo richieste, a ogni istituzione, anche dal vivo, in occasione di incontri e riunioni. Ma servono risposte. Da chi possiamo pretenderle? Da Bianconi e dalla Asl? Dalle amministrazioni? Dalla Regione? Dalla politica? Ne avremmo di cose da chiedere, ma approfittiamo di questo spazio per farne una, sperando qualcuno ci rassicuri. I quasi sei milioni di finanziamenti destinati, tra le altre cose, al nuovo pronto soccorso e alle nuove sale operatorie ci sono ancora? Sono stati dirottati su altri ospedali? Che fine faranno quei progetti?”.