Riceviamo dal Comitato Sole e pubblichiamo
Il Comitato Sole ha presentato il progetto Porto Bene Comune alla Regione Lazio, nel corso della audizione alla VI commissione – Lavori pubblici.
Abbiamo illustrato in videoconferenza le finalità principali della proposta: voltare definitivamente pagina rispetto al passato che ha segnato il territorio con la servitù energetica fossile per intraprendere la via della conversione del sistema energetico alle fonti rinnovabili e alle tecnologie pulite.
Un progetto innovativo, d’avanguardia, che punta sul porto come motore di sviluppo, rendendo le attività produttive del porto stesso energeticamente autonome ed autosufficienti, con emissioni zero, impiegando le più moderne e avanzate tecnologie e sistemi di gestione delle fonti rinnovabili (solare, eolico, maree, correnti e moto ondoso), idrogeno, accumuli, ecc. Progetto che può essere esteso ed integrarsi per le necessità di consumo ed efficienza energetica dell’area urbana e comprensoriale.
La fine segnata e auspicata dell’era del carbone e dei combustibili fossili, che lascia danni all’ambiente, alla salute della popolazione, crisi economica ed occupazionale, può essere superata in avanti accelerando il processo di transizione, perseguendo gli indirizzi avanzati del New green deal europeo per la lotta ai cambiamenti climatici e le relative opportunità di finanziamenti, incentivi e sostegno ai progetti che prevedano l’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Abbiamo ribadito anche in quella sede che, di fronte allo scenario nuovo determinato dalla crisi globale e territoriale, riproporre ancora dopo 70 anni la permanenza del fossile, con l’ennesima nuova centrale turbogas, significa incatenare il territorio al passato, frenare lo sviluppo delle rinnovabili, condannarlo a subire ancora una volta il cambiamento eterodiretto e la pura colonizzazione senza ricadute positive.
Abbiamo chiesto che la Regione riconosca la validità della nostra proposta e la consideri nelle necessarie modifiche al Piano energetico regionale, come tassello territoriale importante di transizione a un nuovo modello di sistema energetico.
Il Piano energetico in discussione al Consiglio regionale presenta inaccettabili aspetti di arretratezza, elaborato sulla base di dati vecchi di anni e ormai superati, strategia e obiettivi che non tengono conto dei nuovi scenari più avanzati indicati dal New deal europeo. Temi del documento programmatico sono stati criticati da più parti per quanto riguarda gli obiettivi poco ambiziosi dell’incremento delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica degli edifici, sul trasporto elettrico, la non previsione di tecnologie mature come l’idrogeno, dei distretti industriali legati allo sviluppo delle tecnologie rinnovabili, ecc.
Lo spegnimento dei gruppi a carbone di TVN coll’abbattimento della co2 prodotta dalle centrali di Civitavecchia, pari al 78% di quella regionale, non basta certo a costruire un nuovo modello energetico ecosostenibile. Un piano energetico che dunque va riscritto e modificato profondamente.
Il movimento per un cambiamento epocale che ci impone di agire subito è partito ovunque, non possiamo più rinviare scelte politiche di fondo, di ribaltamento radicale rispetto ai modelli di vita, di produzione e consumo usuali che ci espongono alle conseguenze drammatiche come quelle che stiamo vivendo. La Regione saprà partecipare a questo processo, produrre un piano energetico adeguato per operare le scelte necessarie e avviare concretamente, rapidamente ed in maniera efficace il cambiamento sui territori?