Riceviamo da Cesare Bendotti e pubblichiamo
Il centro storico di Tarquinia come un museo diffuso. Mostre, artisti e opere che riaccenderebbero i negozi. Così mi piacerebbe far rinascere i locali commerciali oggi dismessi, chiusi e muti immaginando di riaccenderli con l’arte.
A lanciare l’invito a cittadini, artisti, commercianti e proprietari di negozi sfitti è Cesare Bendotti che vorrebbe riaccendere le luci delle tante vetrine spente e riempire quel vuoto con nuovi contenuti d’arte. Il progetto, inedito e innovativo, vedrebbe la collaborazione tra gli artisti e artigiani locali, l’amministrazione comunale, associazioni culturali e i proprietari dei negozi sfitti, con l’intento di rivitalizzare le vetrine rimaste vuote ed essere un grido d’allarme verso quello che pare essere un lento quanto inesorabile depauperamento del ruolo dei centri storici cittadini.
Le forme d’arte colmerebbero così il vuoto lasciato da un commercio asfittico. Un commercio in difficoltà a Tarquinia così come in tantissime altre realtà, oppresso dalla continua espansione di centri commerciali che sorgono in aree decontestualizzate dalle vecchie urbanizzazioni, e capaci d’innestarsi e attecchire in zone periferiche post-industriali. Spazi privi di personalità che soppiantano i piccoli negozi di prossimità colmi di storia e di racconti ma che oggi sono spogliati del loro valore, con un presente senza significato e con un futuro a dir poco incerto.
M piacerebbe molto, continua Bendotti, che in occasione del Natale si organizzino delle passeggiate da una vetrina all’altra, parlando d’arte, pittura e di scultura. Sarebbe l’occasione per guardare Tarquinia e le sue vie in modo diverso.