Riceviamo e pubblichiamo
Un importante indagine scientifica sul Cavallo Tolfetano è stata presentata lunedì 6 maggio alla sessione di tesi di Laurea in Scienza delle Produzioni Animali. Erano 105 anni che non si parlava, in ambito scientifico, della popolazione equina dei Monti della Tolfa. Da quando cioè Consalvo Martelli , nel 1908, nel suo libro “La razza equina di Tolfa e Allumiere, per primo ipotizzava che i cavalli che venivano allevati sulle impervie colline dei Monti della Tolfa appartenessero ad una razza con caratteristiche distintive ben precise. Nello stesso lavoro il Martelli forniva osservazioni e notizie su tipologia, altezza, dimensioni, mantelli, profili, attitudini di questi soggetti.
La “razza” malgrado fosse stata ignorata nei trattati degli eminenti ippologi italiani di fine ottocento, aveva comunque sin dall’allora il suo grande fascino. Le origini antichissime ed oscure, la capacità di questi soggetti, di vivere in condizioni veramente difficili, sia per la povertà del pascolo che per la presenza di insetti “vettori” di malattie anche mortali, la rusticità, la frugalità, la grande resistenza al lavoro ed alla fatica, come cavallo da tiro leggero, da soma e da sella, costituivano, sin da allora, elementi da studiare e da approfondire.
Questa popolazione di cavalli ha subito poi nel corso del novecento il destino comune di molte altre popolazioni equine autoctone nazionali; il decadimento, culminato con il boom della meccanizzazione agricola degli anni sessanta. Poi finalmente negli anni 90 è iniziato il lavoro di recupero grazie soprattutto all’inserimento nel 1990, di questo cavallo, nel “Registro Anagrafico delle popolazioni equine riconducibili a gruppi etnici locali”, con il nome di “Cavallo Tolfetano”
Oggi, grazie ad una brillante tesi del giovane ippologo Francesco Attolico, che si è laureato con il massimo dei voti e con lode in Produzioni Animali, presso l’Università della Tuscia di Viterbo, si torna a parlare approfonditamente di questi cavalli, della loro storia e delle loro caratteristiche morfologiche ed attitudinali.
La tesi dal titolo “Valutazioni morfologiche e considerazioni zootecniche sulla popolazione equina tolfetana” (relatore Prof. Nicola Lacetera e correlatore Rodolfo Lorenzini), che è stata fortemente supportata dall’AIA (Associazione Italiana Allevatori) e dalle Università Agrarie di Tolfa ed Allumiere, affronta ad ampio spettro una serie di importanti quesiti zootecnici allo scopo di fornire un contributo per approfondire la conoscenza di questi cavalli che sono stati allevati per secoli nelle condizioni di stato brado e semi brado.
Il campione oggetto dello studio è stato costituito da oltre 100 soggetti suddivisi in stalloni, maschi castrati e femmine. Questi soggetti sono stati analizzati per le principali misurazioni morfologiche e per i più importanti indici morfometrici (in tutto 18 indicatori) relativi ai canoni di funzionalità ed estetica.
I risultati hanno evidenziato un notevole polimorfismo dei caratteri, a conferma il fatto che questi soggetti appartengono ad una popolazione equina e che è necessario sviluppare opportune strategie per conseguire adeguati risultati sul piano della selezione sia con finalità di tipo migliorativo che restaurativo.
In questo intenso lavoro di indagine sperimentale, con Francesco Attolico hanno collaborato molti proprietari e molte realtà allevatoriali e dell’associazionismo (soprattutto dei butteri), del Lazio e del mondo scientifico nazionale; da Giuseppe Maiorana, che è di fatto il più eminente continuatore della grande tradizione ippologica italiana, al Professor Zumbo dell’Università di Messina, alla Società Italiana del Cavallo e dell’Ambiente onlus che ha fornito il coordinamento scientifico al progetto.