Riceviamo dalla Guardia Costiera di Civitavecchia e pubblichiamo
Con la chiusura del 2020 è tempo di bilanci per la Direzione Marittima – Guardia Costiera di Civitavecchia. Anche l’attività della Capitaneria di porto è risultata fortemente condizionata dalla pandemia tuttora in atto, ed ha assunto, in alcuni momenti, caratteri ed impegni del tutto straordinari, che comunque non hanno mai condotto alla chiusura o riduzione dei servizi offerti all’utenza marittima.
Proprio il porto di Civitavecchia, il 31 gennaio scorso, ha mostrato una concreta anticipazione di quella che, purtroppo, sarebbe diventata la quotidiana cronaca dei mesi successivi. La presunta presenza a bordo della nave Costa Smeralda di 2 passeggeri contagiati dal Covid, all’epoca ancora assente dal panorama nazionale, ha visto la Capitaneria di porto intervenire per bloccare ogni ingresso/uscita dalla nave ammiraglia della flotta Costa, in attesa che le autorità sanitarie certificassero l’assenza del virus a bordo, avvenuta circa 24 ore dopo.
Si trattava di una prima avvisaglia di ciò che l’Autorità marittima avrebbe dovuto gestire nei mesi successivi, operando in efficace coordinamento con altri attori istituzionali (Sanità marittima, ASL, Autorità di Sistema portuale, Comune, Polizia di frontiera) e con le principali compagnie di navigazione che hanno in breve tempo individuato il porto di Civitavecchia quale hub di riferimento per tutto lo shipping del settore crocieristico. Non più per confermare i record che annualmente vedevano lo scalo primeggiare in Italia ed Europa, ma per mettere in piedi una efficiente macchina organizzativa capace di assicurare lo sbarco, in un momento in cui si andavano chiudendo tutte le frontiere nazionali, di migliaia di passeggeri e membri di equipaggio da quei “giganti del mare”, ormai costretti ad una prolungata ed inattesa sosta.
E’ stato peraltro proprio il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, l’Ammiraglio Giovanni Pettorino, in occasione dell’avvicendamento tra Direttori marittimi avvenuto il 26 giugno presso il Forte Michelangelo, a testimoniare come nell’attività di “svuotamento” delle navi da crociera i numeri registrati a Civitavecchia fossero stati superiori alla somma di tutti gli altri porti nazionali complessivamente considerati.
Analogamente, per circa un mese, solo Civitavecchia è stata in grado di consentire il rientro di migliaia di connazionali che, dalla Spagna, potevano contare unicamente sul collegamento via mare ancora operativo tra Barcellona e Civitavecchia. Uno sforzo fuori dall’ordinario in cui, in un Paese ormai in “lockdown duro”, il porto non si è mai fermato e non ha mai “chiuso”, garantendo quella cornice di sicurezza, marittima e sanitaria, in un contesto mai sperimentato e quindi dai risvolti imprevedibili.
La stagione estiva, caratterizzata da numeri inferiori rispetto agli anni precedenti, ma non per questo meno impegnativa sotto l’aspetto della salvaguardia della vita umana in mare con la presenza h24, 7 giorni su 7, di uomini e mezzi della Guardia Costiera a tutela della balneazione e della navigazione da diporto, ha peraltro visto in pochi giorni sottoporre ad abilitazione in Capitaneria centinaia di bagnini, che non avevano potuto seguire alcun corso nei mesi precedenti e senza i quali molti stabilimenti non avrebbero potuto riaprire i battenti.
Un’estate che si è poi conclusa, il 16 settembre, con la celebrazione dei 150 anni della Capitaneria di porto di Civitavecchia e l’omaggio di un porto alla sua città testimoniato dalla “Statua del bacio” che oggi impreziosisce uno degli angoli più belli dello scalo, nelle immediate adiacenze del Forte Michelangelo.
Un Forte che quello stesso giorno ha fatto da cornice alla toccante messa concelebrata dal Cardinale Ouellet, dall’Ordinario Militare Mons. Marcianò e dal nuovo Vescovo di Civitavecchia, Mons. Ruzza, proprio al Forte insediatosi in uno dei primi eventi “sociali” dopo il lockdown, assicurato con una minuziosa organizzazione che ha consentito a centinaia di persone di partecipare in sicurezza al significativo evento.
Da ricordare anche che, in concomitanza con la ricorrenza dei 150 anni della Capitaneria di porto, il Comune di Civitavecchia ha ritenuto di conferire alla “sua” Autorità marittima la cittadinanza onoraria nel corso di una seduta plenaria del Consiglio comunale, a testimonianza della stima e dell’apprezzamento nei confronti di una delle più antiche Istituzioni cittadine.
L’estate è stata poi caratterizzata anche dall’incessante impegno del personale della Guardia Costiera per prevenire e, se del caso, sanzionare, le emissioni nocive di fumi da parte di talune navi. Numerose denunce penali sono infatti giunte alla locale Procura della Repubblica, e per 2 navi in maniera ripetuta, inducendo la Capitaneria a disporre visite addizionali alle navi stesse ed alle rispettive compagnie di navigazione.
In condivisione di intenti con Comune e Autorità di sistema portuale, anche grazie alla disponibilità di Arpa Lazio, è stato possibile coordinare ed organizzare, con estrema rapidità, il posizionamento di un laboratorio mobile di rilevamento nei pressi delle banchine delle cosiddette “autostrade del mare” per tutto il mese di agosto, potendo rilevare risultati confortanti, in termini di emissioni registrate, a conferma del proficuo sforzo operato a tutela dell’ambiente.
E ancora, a fine ottobre, si è giunti alla sottoscrizione in Capitaneria di porto del nuovo accordo “Civitavecchia Blue Agreement”, che ha incluso, oltre alle società di navigazione delle navi traghetto, anche le principali compagnie da crociera italiane e straniere, riuscendo a tracciare un percorso virtuoso in grado di individuare soluzioni sempre più ambientalmente sostenibili e tecnicamente all’avanguardia per mitigare l’inquinamento atmosferico prodotto dalla navi.
Risultati di rilievo sono stati inoltre conseguiti nella definizione di 3 complessi procedimenti di delimitazione di aree demaniali marittime, oggetto di annose controversie. Nelle località di Campo di Mare (Cerveteri), Le Murelle e P.le dei Pescatori (Montalto di Castro), con la firma del decreto congiunto tra Direzione Marittima e Agenzia del Demanio, si è data certezza amministrativa al confine tra proprietà pubblica e privata, risolvendo una questione fonte di ricorrenti criticità.
Sempre nell’ambito delle attività demaniali, di rilievo le operazioni di ripristino della legalità operate – sotto il coordinamento dell’Autorità giudiziaria – nella zona della Frasca a Civitavecchia, con la rimozione e il sequestro di tonnellate di ormeggi e strutture abusive, attività necessarie e auspicabilmente propedeutiche al corretto utilizzo di un’area tanto cara ai Civitavecchiesi.
In ambito portuale, diversi sono stati gli obiettivi raggiunti. Tra questi l’approvazione del nuovo regolamento per le operazioni di rifornimento combustibile alle navi (cosiddetto bunkeraggio), che ha visto l’interessamento anche di Autorità nazionali di garanzia affinché fosse assicurata una sempre maggiore apertura alla concorrenza; così come l’adozione del nuovo Piano di Sicurezza portuale, conseguita il 22 ottobre scorso ed in attesa della sola approvazione Prefettizia. E ancora, il proficuo lavoro promosso dalla Capitaneria di porto e subito sposato dall’Amministrazione comunale, dall’Agenzia delle Dogane e dall’Autorità di sistema portuale, che nei prossimi mesi permetterà una competa rivisitazione dell’accesso portuale del Varco Fortezza, con la realizzazione di una diversa viabilità e la completa eliminazione di quella barriera fisica che oggi divide, anche idealmente, il porto storico dalla città.
Il tutto in coerente anticipazione della già programmata trasformazione delle aree della darsena per navi da diporto in una zona liberamente accessibile ed integrata al contesto urbano con la delocalizzazione più a nord dei traffici portuali. Così come si sta lavorando per consentire l’abbassamento delle barriere mobili situate tra la Marina ed il Forte Michelangelo, dando corso a quanto espressamente auspicato dal Sindaco Tedesco affinché la cittadinanza possa maggiormente godere del fascino del suo porto monumentale.
Degna di nota è inoltre l’attività condotta dal personale della Guardia Costiera di Civitavecchia “in trasferta” per i controlli di sicurezza della navigazione effettuati a bordo di unità delle ONG che operano nel Canale di Sicilia.
Così come la motovedetta CP284 – la maggiore unità d’altura del Lazio, recentemente trasferita dalla sede di Fiumicino a Civitavecchia – è stata rischierata a Lampedusa ed in Sicilia per offrire il proprio contributo al significativo impegno profuso dal Corpo in quel delicato tratto di mare.
Ed è proprio il trasferimento a Civitavecchia della CP284 che ha indotto l’Autorità marittima ad una complessiva rimodulazione degli ormeggi in Darsena Romana dei mezzi della Guardia Costiera e delle altre Amministrazioni che dispongono di unità navali, insieme alle adiacenti strutture logistiche recentemente inaugurate presso la “palazzina Vespucci”.
Da ultimo, il conseguimento di un completo e più funzionale restyling della sede della Capitaneria di porto e dell’adiacente “centro Bernini” per i servizi di front office assicurati dall’Autorità marittima e per la logistica di caserma.
In sintesi un anno per certi versi horribilis, ma che ha comunque segnato eventi di assoluto rilievo ed ha posto le basi per un rinnovato ottimismo verso quei traguardi che Civitavecchia ed il suo porto possono e devono conseguire, potendo contare su Istituzioni, operatori e cittadini che, forti dell’esperienza, delle difficoltà e dei sacrifici di quest’anno, sapranno spendersi affinché il 2021 sia ricordato come l’anno della svolta. Mare calmo, quindi, e venti favorevoli!