Riceviamo da Alessandro Romoli, Presidente della Provincia di Viterbo, e pubblichiamo
Sono passati 77 anni da quando l’Italia ha scelto con un referendum di intraprendere la strada della Repubblica e della democrazia. Un referendum che, è sempre bene ricordare, è stato universale per la prima volta nella storia del Paese.
Quel 2 giugno 1946, le italiane e gli italiani hanno deciso alle urne di chiudere per sempre il capitolo della monarchia e di iniziare a scriverne uno nuovo fatto di partecipazione politica, di autodeterminazione e di amore per la libertà.
Quella di scegliere la Repubblica non era affatto una scelta scontata. Anzi. L’Italia veniva da una dittatura sanguinaria ventennale e da un conflitto mondiale che aveva seminato ovunque nel Paese morte e distruzione. La società era poi ancora fortemente divisa e quello della Repubblica era un esperimento politico che in Italia non aveva nessun precedente storico.
Perché dunque lasciare una strada controversa ma conosciuta, la monarchia, per una nuova e incerta? È questa la domanda che tanti italiani si sono posti, prima di andare a votare quel 2 giugno di 77 anni fa. Eppure, la Repubblica ha prevalso. Con quel referendum il popolo italiano ha voluto infatti mandare un messaggio chiaro a tutto il mondo: fino a un anno prima in questa terra vigeva il terrore e lo stato di polizia, ora vogliamo invece che fiorisca la democrazia.
Il 2 giugno 1946 è dunque una data fondamentale non solo per la storia italiana, ma anche e soprattutto per la storia individuale di ognuno di noi. È grazie anche a quel referendum che oggi siamo liberi di scegliere, di cambiare, di vivere a testa alta, di costruirci un futuro. E non c’è nulla di più bello al mondo di questo. Viva il 2 giugno, viva la Repubblica, viva l’Italia.