Riceviamo da Alessandra Sileoni, della Società Tarquiniense d’Arte e Storia, e pubblichiamo
Nel 1979 grazie a Bruno Blasi veniva costituito, in collaborazione con il Lions Club di Tarquinia, il “Centro Studi Cardarelliani”, in cui il Maestro, nipote del poeta e suo attento biografo e critico, ebbe cura di raccogliere gli scritti personali, ma anche documenti privati, foto e copie delle lettere reperite da coloro con i quali Cardarelli intratteneva una fitta corrispondenza. L’archivio custodito gelosamente dalla STAS, a partire dal 2008 è stato oggetto, con l’autorizzazione della competente Soprintendenza, di tutta una serie di operazioni di restauro sostenute con la supervisione degli operatori dell’Università degli Studi della Tuscia e dettate dalla constatata fragilità dei supporti cartacei, in quanto il nostro poeta scriveva a macchina su carta velina, firmando poi di suo pugno ogni dattiloscritto.
Tra i documenti maggiormente a rischio venne annoverato il testamento di Cardarelli, di cui peraltro fino a quel momento si ignorava l’esistenza all’interno del fondo in questione. In virtù dell’importanza del documento e dello stato di conservazione, è stato sottoposto a tutta una serie di operazioni e a un delicato intervento di “velinatura” presso il Laboratorio Polimaterico dei Musei Vaticani.
Del testamento ha dato pubblica lettura un’emozionata Serena Dandini, durante la IX edizione del Premio Cardarelli, commossa da poche righe ripetute dalla stessa presentatrice, in cui si legge: “nomino erede universale di tutte le mie sostanze, la signorina Felicita Peterson abitante in via Sant’Anselmo 7 nella speranza che la detta signorina, che si avvia gloriosamente al matrimonio, possa in qualche modo giovarsene. Essa è figlia di una vecchia amica Matilde Peterson ed è stata l’ultima persona a porgermi la mano per salire sul tram…. (Roma, 12 giugno 1951)”.
Una frase che merita un’attenta rilettura, dalla quale trapela la fragilità di un uomo che aveva scelto di vivere appieno un’esistenza travagliata fin dall’infanzia, forse non per sua scelta in solitudine, e ben otto anni prima della sua morte di dare merito alle uniche persone che gli avevano dimostrato vero affetto.
“……A lei vanno, in conclusione, tutti i diritti che possono derivare sotto qualsiasi forma dalla mia opera letteraria, oltre a un blocco di azioni della Montecatini che ho in deposito presso il Credito Italiano…”
Sono tanti gli studiosi e gli scrittori che contattano il nostro sodalizio nella speranza di avere indicazioni sulla possibilità di pubblicare nuove edizioni critiche delle opere e sui diritti d’autore, ai quali è stato sempre suggerito di fare riferimento alla famiglia Sacconi, ma erroneamente, essendo parenti in via diretta di Bruno Blasi e non del poeta. Forse esasperata dalle continue richieste, sono stata contattata da Marcella Sacconi, alla quale ho consigliato di risolvere la questione con la SIAE. Devo alla sua cortesia l’avermi comunicato che a percepire i diritti d’autore di Cardarelli è ancora Felicita Peterson, oggi 87enne.
Chissà se è consapevole di quanto Tarquinia si sia spesa per rivalutare la figura di Vincenzo Cardarelli: penso al nostro impegno e di tanti studiosi locali, che ne hanno nel corso degli anni definito la personalità letteraria, da Bruno Blasi a Lilia Grazia Tiberi, ed oggi un valente Remo Castellini; penso a quei cultori di storia locale e artisti che sotto diverse forme gli hanno reso omaggio; penso alla costanza dell’IISS “Vincenzo Cardarelli” nel portare avanti il Certame Cardarelliano riaprendo un dialogo sul poeta; penso all’istituzione del Premio Cardarelli, con il quale Tarquinia ha inteso consacrare la sua immagine.
È molto per un paese arroccato nelle sue tradizioni e convinzioni, ma non è abbastanza. Tarquinia deve impegnarsi ancora per riscattarsi da quel rapporto contrastante con il suo sommo poeta, che lo portarono a confidare ad Alberto Mondadori parole indelebili: “…il mio paese che è stato con me sempre cattivo, fin dalla nascita (forse è per questo che lo amo?) … la Tarquinia dei miei libri non è altro che il frutto dei miei sogni e della mia fantasia….”. Sarebbe auspicabile, vista peraltro la veneranda età, che alla prossima edizione del Premio Cardarelli, fosse invitata la signorina Peterson, la quale avendolo conosciuto personalmente avrebbe ancora molto da rivelarci sulla personalità e magari sul suo reale rapporto con Cardarelli che, nonostante tutto, ha chiuso il suo testamento con un’ultima volontà: “Desidero essere inumato nella mia terra natale, verso possibilmente l’antica Tarquinia mia”.