“I cittadini di Tarquinia e l’ambiente”: uno dei temi portanti degli ultimi anni di attività cittadina diventa una ricerca, un’indagine portata avanti dagli studenti dell’Istituto San Benedetto della città etrusca. Che nel corso dell’estate distribuiranno circa 200 copie dei questionari ideati e realizzati nel corso dell’anno scolastico – i cui temi e domande sono frutto del lavoro dei ragazzi stessi – per poi elaborare i risultati e rendere pubblica, entro il prossimo novembre, un’analisi – seppur parziale – dei comportamenti cittadini in tema ambientale, magari ottenendo nel frattempo il patrocinio di qualche ente interessato.
“Tra le materie che studiamo ci sono la psicologia, la sociologia e la metodologia della ricerca. – raccontano i ragazzi nella lettera presentata ai concittadini coinvolti -Quest’anno abbiamo deciso di mettere in pratica quello che abbiamo studiato. Realizzeremo un’indagine sul campo, come dei veri sociologi, con il permesso della nostra Dirigente Scolastica, la Professoressa Maria Grazia Catone, e sotto la supervisione della nostra insegnante, la Professoressa Alessandra Cappellacci”.
“Dopo varie discussioni – continua la lettera – noi ragazzi abbiamo capito che un argomento che riguarda tutti noi è l’ecologia, la salvaguardia del nostro pianeta. Ci siamo interrogati su quali siano i comportamenti più giusti per tutelare l’ambiente, e abbiamo deciso che sarebbe stato interessante cercare di capire quali sono, poi, i comportamenti reali delle persone”.
Così, durante le prossime settimane, potrebbe accadere che i ragazzi chiedano a passanti cittadini di poter sottoporre loro il questionario, in modo da avere un campione quanto più variegato possibile: il sondaggio non ha, chiaramente, valenza scientifica, non rispettando alcuni canoni della ricerca sociologica quali, ad esempio, la selezione del campione statistico o il rispetto della quota percentuale da calcolare sull’intera popolazione, ma potrà dare risultati comunque interessanti.
“Lo scopo ultimo – spiega la prof. Alessandra Cappellacci – è quello di utilizzare strumenti che la scuola, di solito, presenta solo sulla carta. In questo modo non solo gli studenti sono più motivati, ma apprendono direttamente sul campo quello che solitamente studiano in maniera asettica sui libri, senza comprenderne fino in fondo i meccanismi e i significati. I ragazzi hanno realizzato in piena autonomia il questionario, scegliendo il tema e formulando i quesiti. Per questo motivo è a tratti ingenuo e non del tutto corretto, ma è ugualmente un lavoro eccellente, proprio per il grande impegno profuso da questi studiosi in erba: hanno solo quindici anni, alcuni di loro anche meno!”.