Nel giorno degli affollati funerali di Sergio Benedetti, nella Chiesa di San Francesco, a Tarquinia, affidiamo alla nostra redattrice Anna Alfieri l’ultimo ricordo dell’ex vicesindaco.
Con Sergio Benedetti ho avuto sempre rapporti spiritosi ma anche aspri, perché lui mi riteneva una specie di “avversaria politica” ma, tutto sommato, innocua. Innocua fino al giorno in cui mi avventurai in una protesta civica aprendo personalmente una raccolta di firme contro la pavimentazione di alcune strade di Tarquinia che ritenevo – e ritengo ancora oggi – bruttissima. La cosa lo infastidì molto e un giorno, vedendomi passare nel Palazzo Comunale mi chiamò nel suo ufficio e mi redarguì duramente per il mio comportamento “inutile, disfattista e dispettoso”.
“Dispettoso, inutile e disfattista? – replicai – Ma ti pare che io apro una lista di firme che girerà per tutto il paese portando a capofila il mio nome e soprattutto la mia orrenda data di nascita solo per fare dispetto a te?”. “Ah! È questa la tua data di nascita! Me la segno”, rispose il vicesindaco, aprendo con mio grande disappunto la sua agenda e segnando la data facendomi arrabbiare più che mai. Ci lasciammo male.
Invece accadde che il giorno del mio compleanno squillò di buon ora il mio telefono ed una suadente voce, quella di Franco Stefani, dal centralino comunale enunciò: “L’Amministrazione comunale nella persona del vicesindaco Sergio Benedetti Le augura buon compleanno”. Questo si è ripetuto ogni anno fino alla caduta dell’amministrazione Giulivi, dopo di che Sergio, fino all’ultimo dei suoi giorni, ogni volta che mi incontrava mi ripeteva sornione e un po’ dispettoso: “Dì la verità, quale altra Amministrazione se non la mia ti ha fatto tutti gli anni gli auguri per il tuo compleanno?”.
No, nessun’altra amministrazione. E il giorno del mio compleanno mi mancheranno quegli auguri. Grazie, Sergio.
Anna Alfieri