Riceviamo dal Prof. Alberto Puri, insegnante di Lettere I.C. Montalto di Castro, e pubblichiamo
Fine luglio, un tempo sospeso tra “il già e il non ancora”. È un po’ la fotografia di questa terra di mezzo, scolasticamente parlando, dove l’anno scolastico trascorso sembra decisamente passato e quello incipiente appare ancora distante. È un tempo rallentato, sollevato dalla didattica. È un tempo che offrirebbe spazio alla riflessione sui nove mesi di scuola trascorsi, complicati per mille ragioni legate al covid planetario, ma forse occorrerebbe troppo spazio per farlo. Meglio allora selezionare le idee e richiamare alla memoria almeno due circostanze che, magari per motivi di tempo, sono state trascurate, e che invece meritano. Una riguarda alcuni alunni che pochi mesi fa hanno vinto le olimpiadi matematiche tra due istituti del nostro territorio; l’altra è il pensionamento/trasferimento di insegnanti che lasciano l’I.C. di Montalto di Castro.
Ne parliamo ora perché ci sembra giusto lasciare una traccia e un riconoscimento, a titolo diverso, per ragazzi e docenti che sono transitati nel nostro Istituto.
Cominciamo con le “olimpiadi matematiche”. Espressione d’effetto, ancor più in questi giorni di olimpiadi nipponiche, perché nell’immaginario comune richiamano grandi intelligenze a confronto in una competizione. Cose per pochi eletti. Non sempre, aggiungiamo. Competizione sì ma aperta a tutti, in questo caso agli studenti di due istituti secondari di primo grado, l’I.C. Ruffini di Valentano e l’I.C. di Montalto di Castro che nel secondo quadrimestre dell’anno appena concluso, su iniziativa delle rispettive docenti di Matematica, hanno partecipato a una piccola olimpiade di giochi di logica e competenze, su base matematica appunto. Le insegnanti che hanno curato l’evento per la parte dell’Istituto di Montalto/Pescia Romana sono le professoresse Elettra Ramacci, Valeria Capuzzi, Valentina Pulci, Sabrina Alessandrelli e Grazia Saraconi.
È bello ricordare questo evento che ha avuto una adesione su base volontaria, e che ha generato una classifica, certamente; ma è ancora più bello farne memoria, perché il vero successo è la dimostrazione che iniziative come questa, proprio per la larga partecipazione di studenti e studentesse, siano state vissute non come eventi altamente selettivi, ma come opportunità di “sana competizione”. Mettersi in gioco con l’intuito, la logica, la capacità di ragionamento per risolvere un rompicapo, magari trovando applicazioni della matematica fuori delle formule del noto, collaudato e forse un po’ prevedibile compito in classe. Dati alla mano: 216 tra alunni e alunne delle classi prime e seconde, sommati ai 62 studenti e studentesse di classi terze dei due istituti partecipanti. Un numero notevole.
La parola “vincitori” è bella, chi può negarlo? E ha nomi e cognomi, per dovere di cronaca e per soddisfazione personale di chi ha partecipato. Dunque ribadiamo, in questo scritto, i complimenti ai signori Mattia Todisco (classificato primo assoluto tra tutti gli studenti delle classi terze), e Noemi Moioli (classificata prima assoluta tra tutti gli studenti di classi prime/seconde).
Ma “vincitore” è anche una parola larga, accogliente, ha il sapore di una promessa e di un orizzonte raggiungibile. Chiunque si metta in gioco è a suo modo vincitore perché si confronta prima di tutti con se stesso. Magari non per essere il migliore subito, ma per essere semplicemente migliore (senza l’articolo), per capire la propria collocazione in un cammino di miglioramento sempre possibile.
Dunque grazie, ragazzi e ragazze, per aver deciso di mettervi in gioco, e grazie alle vostre insegnanti per avervi dato una buona occasione per farlo.
Questo per quanto riguarda gli studenti, alcuni dei quali andranno in terza media, mentre altri hanno già sostenuto gli esami, e sono diretti ora alle superiori.
Anche tra gli “adulti” c’è chi lascia l’Istituto di Montalto di Castro. Sono docenti che sono transitati in questa scuola per un breve o lungo periodo e si trasferiscono altrove, oppure terminano il loro ciclo di insegnamento per entrare in vacanza a tempo indeterminato. Ribadiamo: siamo alla fine di luglio, tutto è compiuto, saluti, ringraziamenti, abbracci – pochissimi in verità, in osservanza del distanziamento – e una certa commozione. Così va la vita lavorativa, direzione futuro, qualunque esso sia.
Ma c’è una parola sottintesa in questo ragionamento, che stentiamo a pronunciare apertamente per paura di fraintendimenti o implicazioni di coscienza. Una parola che invece non si deve temere: si chiama eredità. Quello che lasciamo agli altri, e più ancora ciò che abbiamo ricevuto dagli altri, nell’esperienza vissuta, lavorativa, umana, ogni volta che cambiamo il nostro status di lavoro. Questi i nomi dei docenti che lasciano la scuola di Montalto: le insegnanti Bruna Mariani ed Enza Alfieri per pensionamento; gli insegnanti Sabina Manfroni, Monia Sterrantino, Maria Salotti e Alberto Puri per trasferimento. A questa piccola pattuglia si aggiunge anche il pensionamento della Dirigente Grazia Olimpieri, che ha guidato l’Istituto per diversi anni, dedicando tempo e passione a questo ruolo e ricevendo per questo la stima e il riconoscimento di tutti.
I saluti sono stati belli e di durata relativamente breve. Ma ecco l’eredità, che va sempre oltre il momento: eredità di parole pronunciate e ascoltate, di gesti compiuti, di insegnamenti dati e ricevuti; arricchimento personale immenso, seduti in cattedra e non. Un bagaglio che in parte rimarrà tra le mura del nostro Istituto, in parte viaggerà nel ricordo dei compagni di lavoro, forse nei pensieri di qualche alunno ormai altrove, sicuramente in me, nella mia Preside e nei colleghi citati, uniti, tutti noi, nel dare il saluto all’I.C. di Montalto di Castro.
Non potrei concludere senza menzionare un prezioso sentimento di riconoscenza per il personale dell’Istituto. Dal D.S.G.A. Giuliano Monti a tutti i collaboratori scolastici, a tutti i colleghi negli uffici di amministrazione. Siete l’anima complementare degli insegnanti, i primi interlocutori per ogni necessità non solo lavorativa, e questo anno difficile lo ha confermato nelle mille esigenze quotidiane – proprio lì, in quello spazio sottile dove la mansione confina con la disponibilità e la gentilezza.
P.S. Ho sempre temuto la retorica, e invece con questo testo credo di aver sconfinato … è l’ultimo articolo, siate pazienti. Mi viene in soccorso il grande Alessandro Manzoni, al quale rubo le parole finali del celebre romanzo:<<Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta>>. Ad maiora!