Riceviamo e pubblichiamo
Venerdì 9 agosto alle 18, presso il complesso museale di San Sisto, sarà presentato al pubblico per la prima volta il corredo della Tomba delle Iscrizioni. La tomba, scoperta nel 1957, prende il nome dalle numerose iscrizioni, per lo più dipinte sulle pareti dell’atrio e nella prima camera laterale sinistra.
In questo ipogeo vennero tumulati personaggi delle famiglie etrusche dei Pruslnas e dei Zimarus e in epoca romana vi vennero inumati anche due Sempronii e una Postumia. All’interno, in una delle camere, fu rinvenuto un sarcofago, databile fra la fine del IV e la prima metà del III secolo a.C., appartenuto a Ramtha Ceisatrui, moglie di Vel Pruslnas committente della tomba, che presenta sui quattro lati scene di combattimento fra Amazzoni e Greci. I reperti in mostra, seppur in numero esiguo ma di grande pregio, rimandano con certezza ai fasti di alcune delle famiglie più importanti di Vulci nella complicata fase storica che vide il prepotente arrivo di Roma.
Il corredo sarà esposto fino al 3 novembre all’interno della Mostra “Gli ultimi Re di Vulci. L’aristocrazia etrusca vulcente alle soglie della conquista romana”. La mostra, recentemente allestita, ci parla dell’ultimo periodo di indipendenza di Vulci e dei principali ritrovamenti relativi a questa fase. A fianco delle più famose tombe della necropoli di Ponte Rotto (François, Sarcofagi, Tori, Delfino e Iscrizioni), vengono presentati anche le ultime scoperte effettuate nella necropoli di Poggetto Mengarelli. Il quadro che ne esce è sicuramente molto suggestivo anche perché aiutato nella comprensione da filmati, ologrammi e esperienze immersive con l’oculus.
La mostra, realizzata grazie al contributo della Regione Lazio, è stata effettuata in collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, il Parco Archeologico del Colosseo, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Comune di Montalto di Castro, il Comune di Canino, la Fondazione Vulci, e la rivista Archeo.