Riceviamo e pubblichiamo
Il 27 gennaio, “Giorno della Memoria”, non sia soltanto un omaggio alle vittime della Shoah ma sia anche una presa di coscienza collettiva di quale abominio l’uomo sia stato in grado di compiere. Lo sterminio degli ebrei fu teorizzato e realizzato infatti nella “civilissima” e “illuminata” Europa: prima con le Leggi di Norimberga del 1935 attraverso cui la Germania (seguita tre anni dopo dall’Italia) rendeva gli ebrei cittadini di seconda categoria; poi nel 1942 con la conferenza di Wannsee, in cui i nazisti adottarono il piano di “soluzione finale” del cosiddetto problema ebraico, che prevedeva l’estinzione di questo popolo. La decisione dello Stato Italiano d’istituire nel 2000 la ricorrenza del “Giorno della Memoria” è stata quindi un atto importante e doveroso perché, se si vuole creare una società nuova in cui siano definitivamente messi da parte l’odio razziale e la diffidenza dello “straniero”, nell’accezione più ampia del termine, occorre ricordare e acquisire consapevolezza di ciò che fu l’Olocausto e, con esso, di cosa furono e sono i genocidi che purtroppo caratterizzano la storia dell’umanità. Per tale motivo il Comune di Tarquinia nel mese di aprile dello scorso anno ha collaborato con la scuola media “Ettore Sacconi”, organizzando un viaggio studio in Polonia per far visitare a ventuno studenti i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Vedere e toccare con mano gli orrori della Shoa è stata un’esperienza molto dura, in quanto Auschwitz e Birkenau sono il nome e il simbolo di una realtà talmente sfigurante e inaccettabile, che spesso la coscienza umana tende a rimuovere. Allora solo la memoria permette agli uomini, e in particolar modo ai giovani, di non dimenticare e riflettere sugli errori compiuti per non commetterli in futuro.
Il sindaco
Mauro Mazzola